ALASKA - USHUAIA
28 lug 2015 - 13 gen 2016
DURATA   5 MESI
KM PERCORSI   34.000
TAPPE PRINCIPALI   ALASKA-CANADA-USA-MESSICO-GUATEMALA-HONDURAS-NICARAGUA-COSTARICA-PANAMA-COLOMBIA-EQUADOR-PERù-BOLIVIA-CILE-ARGENTINA
ACCESSO AL LINK CON LA MAPPA DEL VIAGGIO - YOUPOSITION
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Una nuova avventura che ho in testa da quando, tornando dalla Mongolia nell'estate 2013, mi chiedevo: "dove il prossimo?"
Il fascino delle terre di confine mi ha sempre appassionato e l'Alaska sotto questo punto di vista rappresenta certo un buon punto di partenza e così pure il Canada ed i grandi parchi degli USA. Volevo anche ritornare in Sud America ed in particolare in quella Patagonia che mi aveva stregato già nel 2008 e che adesso potrei apprezzare con maggior tempo a disposizione rispetto alle tre settimane di allora. E dunque perché non "from Alaska to Ushuaia"?
Il tempo delle cartine, delle pratiche doganali per l'invio della moto, delle assicurazioni necessarie, dell'immaginare itinerari che poi saranno puntualmente disattesi lungo il percorso, quel tempo è finito! Ora è tempo di partire!
Con me ci sarà l'amico Daniele , motociclista esperto (....e grande manico...!) con il quale ho condiviso altri viaggi; sono felice di condividere con lui questa avventura.

28-29-30-31 luglio
Volo Linate-Anchorage via Francoforte e da qui 10 ore di volo che vengono annullate dalla 10 ore di fuso; in pratica arriviamo ad ad Anchorage 10 minuti prima di quando siamo partiti. A Francoforte incontro Daniele arrivato con volo da Venezia.
Anchorage è una città moderna ed ordinata; piove a tratti, ma la temperatura è accettabile: CI fermiamo 2 notti in attesa delle moto che non sono ancora arrivate e prendiamo alloggio in un Hostel dignitoso per 70$ a notte per la camera con bagno, Qui i prezzi degli Hotel sono proibitivi e la soluzione migliore sembrerebbe essere questa. Visitiamo l'interessante museo che racconta la storia di questo straordinario Paese ai confini del mondo.
Decidiamo di noleggiare un'auto in modo di poter visitare la Kenai Penisola a Sud di Anchorage sino a Seward percorrendo la Seward hwy (127 miglia); già nel pomeriggio (29/7) ne percorriamo un tratto di 55 miglia che ci porta sino a Portage e da qui attraverso una galleria a senso unico dove passa anche la ferrovia raggiungiamo Whittier. E' un primo antipasto di Alaska e ne rimaniamo affascinati.
L'indomani di buon'ora ripartiamo da Anchorage per raggiungere Seward, una cittadina con un porto attivissimo meta di pescatori a caccia di salmoni e di alibut (pesce simbolo da queste parti e soprattutto ottimo da mangiare) . Noi abbiamo prenotato una escursione in barca che ci impegnerà per gran parte della giornata, escursione alla scoperta del Kenai Fjord di cui avevo letto un gran bene. Ciò che vediamo è qualcosa di straordinario: otarie, leoni marini,balene,pulcinelle di mare, orche e ghiacciai immacolati che scendono a picco sul mare . Alla fine i 145$ spesi sono stati ampiamente ripagati.
Dormiamo anche qui presso una sorta di affittacamere che per 75$ ci offre una camera piuttosto piccola ma comunque accogliente.
Contrattempo: da queste parti la pompa della benzina è nera mentre quella del gasolio è verde. Morale della favola Daniele fa il pieno di gasolio nella nostra auto a benzina con complice il sottoscritto che osserva il tutto accorgendosi del misfatto quando ormai la frittata era fatta! Con l'aiuto di due ragazzi eccezionali per la loro disponibilità svuotiamo (svuotano) il serbatoio consentendoci di rifare il pieno con la pompa giusta e ripartire. L'operazione si è rivelata complicata per il fatto che non era possibile farlo attraverso il sistema "tradizionale" di aspirazione con una canna infilata nel serbatoio attraverso il tappo. Finito il lavoro i due ragazzi (sono fratellastri) ci abbracciano in cerchio e uno di loro recita una preghiera, una sorta di ringraziamento. Sono sorpreso e in qualche modo commosso.
Lasciamo Seward di buon mattino ripercorrendo la stessa strada dell'andata sino all'aeroporto di Anchorage dove Maurizio (il nostro riferimento dello spedizioniere) ci ha assicurato che sono in arrivo le nostre moto. Così è infatti!!! Sbrighiamo le pratiche doganali in pochi minuti e usciamo con il documento necessario a ritirare le moto stesso al terminal Fedex. Anche qui personale gentilissimo e disponibile che in meno di mezz'ora ci consegna le casse . Molto più poi il tempo necessario per aprirle, sistemare le moto e caricarle. Finalmente si parte!!!! Prendiamo la Parks Highway che percorriamo per 220 km fermandoci per la nottue in un grazioso B&B alle porte di Talkeetna. Siamo praticamente all'inizio del Denali National Park con il suo maestoso McKinley, la montagna più alta d'America.

1 agosto -
Premessa: da oggi sono a tutti gli effetti in pensione, o come si dice da queste parti "retired"!
Riprendiamo la Parks hwy , una bellissima strada che scorre attraverso boschi di abeti e praterie di un verde intensissimo, ci fermiamo in un punto panoramico da dove si vede in lontananza la sagoma del McKinley per le immancabili foto .
Purtroppo la mia Africa Twin non gira come dovrebbe ed a tratti singhiozza paurosamente; dovrebbe essere la pompa della benzina; domani proveremo a sostituirla sperando che tutto torni a funzionare regolarmente.
Raggiungiamo il punto di accesso al parco nel primo pomeriggio e cerchiamo una camera per la notte....impresa difficile che conferma quanto avevo letto; troviamo alloggio in uno splendido B&B.....ma a prezzo very,very, much expensive!
Facciamo un giro nel parco sino a dove ci è consentito con le nostre moto, ma ci torneremo domani per una escursione in bus; pare che questa sia la soluzione migliore .

2 agosto
Dedichiamo la mattina alla sostituzione della pompa della benzina della mia Africona...pensare che l'avevo prudentemente sostituita prima di partire tenendomi comunque di scorta quella vecchia che è dunque tornata utilissima, "Abbiamo sostituito" in realtà non è del tutto corretto: ha fatto tutto o quasi Daniele, Davvero grande! Adesso sembra che vada bene.
Pomeriggio dedicato alla scoperta del Parco con uno del pullman dedicati allo scopo; ne parte uno ogni mezz'ora ed il primo è all'alba.
Abbiamo optato per l'opzione di 6 ore, a mio avviso più che sufficienti.
Seppur non da vicino abbiamo osservato Alci, Karibu e una mezza dozzina di orsi: peccato fossero lontani, comunque una grande emozione .

3 agosto - una giornata in moto da quelle da ricordare! Partiamo dal nostro Motel di Healy e torniamo a ritroso sulla Park Hwy per sino a Cantwell dove imbocchiamo la Denali Highway; 135 miglia (217km) di sterrato attraverso paesaggi mozzafiato. Dopo pochi km vedo casualmente nello specchietto la sagoma inconfondibile del McKinley; non possiamo non fermarci per qualche foto . La giornata è stupenda, fatto abbastanza inusuale da queste parti con cielo terso e lo sguardo che si perde all'orizzonte. La tentazione è di fermarsi a fare foto ogni due minuti, ma ovviamente non è il caso anche perché oggi i km che ci separano da Fairbanks sono tanti. CI fermiamo per un caffè ed un pieno di benzina nell'unico ristoro lungo la Denali; conosciamo i due fratelli che gestiscono il tutto. Il posto ed personaggi sono quelli di un film. Sul piazzale è anche parcheggiato l'aereoplanino usato come loro mezzo di trasporto, cosa piuttosto diffusa qui sia per le grandi distanze da una città all'altra che per la qualità delle strade molte delle quali chiuse durante l'inverno. Proseguiamo sino a Paxon dove la Denali Hwy termina e incrocia la Richardson Hwy che percorriamo passando da Delta Junction per arrivare a Fairbanks dove abbiamo prenotato il solito Motel. 550 fantastici km!!!

4 agosto- intera giornata a Fairbanks. Mattinata dedicata alla visita della Gold Dredge No 8 una miniera d'oro attiva fino al 1959 e che nei 30 anni di attività ha prodotto 21 milioni di grammi d'oro . La visita si svolge in parte a bordo di un trenino con la guida sicuramente molto brava ma che parla troppo veloce per il mio inglese "scolastico". Accanto alla miniera scorre anche l'oleodotto lungo 800 miglia (1300km) e inaugurato nel 1976. Pomeriggio al Pioneer Park che in una città anonima come Fairbanks rappresenta l'unico luogo di aggregazione e vitalità. Ceniamo poi al "Gambardella's pasta bella" ristorante italiano consigliato da Loney. Ottima qualità e prezzo contenuto.

5 Agosto - Fairbanks-Coldfoot km 432
la mitica Dalton che percorriamo per 175 miglia sino a Coldfoot. Almeno fino a questo punto è molto meno difficoltosa di quanto si dice: molti tratti di asfalto e sterrato comunque molto buono. Certo, abbiamo avuto una splendida giornata di sole, diverso percorrere la Dalton con il cattivo tempo. Unico problema i giganteschi camion che lasciano una scia di polvere impressionante. Sorpassarli, o farsi sorpassare richiede massima attenzione . Oggi abbiamo superato il Circolo Polare Artico!!!
Dormiamo al Coldfoot Camp...120$ una camera...ma da queste parti se vuoi un letto è così!

6 agosto - Coldfoot-AtigunPass-Fairbanks (625km)
Lasciamo Coldffot prima delle 6 con un cielo ancora sereno che fa ben sperare. Non facciamo i conti con il freddo che non tarda a farsi sentire; ho le mani congelate....come non rimpiangere le manopole riscaldate del GS!? Risaliamo la Dalton per circa 100 km sino a 8 km dall'AtigunPass (1400m) ; qui io mi fermo perché proprio il freddo è insopportabile e non mi consente di guidare la moto con la giusta attenzione su questa strada che di attenzione ne esige davvero parecchia. Scatto qualche foto mentre aspetto Daniele che invece continua per qualche km oltre il passo. A questo punto abbiamo raggiunto i punto più a Nord del nostro viaggio (250 km oltre il Circolo Polare Artico); giriamo le nostre moto e da qui in avanti la nostra direzione sarà sempre Sud. Arriviamo a Fairbanks nel tardo pomeriggio e troviamo una camera nel medesimo Motel dell'altro giorno. Domani ci dirigiamo verso Dawson City (Canada) cittadina simbolo della "febbre dell'oro" resa famosa anche dai racconti di Jack London.

7 agosto - Fairbanks-Dawson City
Primo tratto sulla Alaska Awy sino a Tetlin Junction e poi sullo sterrato della Taylor Hwy sino a Chickten poco dopo la quale si prende a destra in direzione della frontiera Canadese . La strada sale lentamente sino a raggiungere un altopiano tra dove si trova appunto la frontiera. E' pomeriggio inoltrato e il paesaggio assume colori stupendi grazie anche alla bellissima giornata. Un alce ci attraversa lentamente la strada mentre un caribù ci osserva incuriosito; fotografarli è impresa difficile......manca Ivana dietro con la fotocamera a portata di mano. In dogana nessun controllo da parte USA mentre per quella Canadese un semplice controllo dei passaporti. Nonostante si viaggi ormai da 150 km buoni su sterrato teniamo una velocità media piuttosto elevata 90/100 e star dietro a Daniele è difficile . Finisce lo sterrato ed eccoci davanti all'imponente Yukon che si attraversa (15 minuti) con un traghettino gratuito che fa la spola da un lato all'altro del fiume . Siamo a Dowson nel Klondike narrato da Jack London nei suoi romanzi. Terra di avventurieri e cercatori d'oro....qui la febbre era altissima e a quanto pare lo sta diventando ancora.

8 agosto - Dawson City - giornata relax in questo angolo sperduto di mondo dove il tempo sembra essersi fermato. Daniele percorre la Bonanza Hwy per visitare vecchie e nuove miniere d'oro; qui sono ancora in molti in cerca di fortuna da queste parti e non è facile avvicinarli. Io invece faccio un salto alla "casa museo" di Jack London e cerco di conoscere meglio questa cittadina. Come la sera precedente chiudiamo la giornata al "Diamond Tooth Gertie's", un locale che rievoca i saloon di un tempo con tanto di cameriere in costume, tavoli da gioco, bar e show con musica e "ballerine" anch'esse in costume tipico. Le facce che affollano il locale sembrano uscite da un film!

9 agosto - 542 km lungo la Klondike Hwy per arrivare a Whithehorse. Daniele mi costringe a partire poco dopo le sei e per i primi 150 km mangiamo un freddo becco; troviamo un ristoro dove ci riscaldiamo con una buona colazione. Il locale è gestito da una coppia di svizzeri che da anni vivono tra la Svizzera appunto e lo Yukon. Nel Motel che ci ospita incontriamo un gruppetto di Italiani che sta visitando il British Columbia con "Avventurenelmondo"....sono i primi connazionali che incrociamo. Accogliente motel e ottima cena al Klondike Rib & Salmon (alibut squisito).

10/11 agosto Withehorse-Watson Lake-Stewart (km 1151)
prima di imboccare la famosa Alaska Highway facciamo una deviazione verso Carcross dove facciamo colazione; lungo questa strada facciamo conoscenza con una curiosa coppia di tedeschi che per 4 settimane l'anno si trasferisce in questo angolo sperduto di mondo. Lui ha allestito un "museo" di vecchie moto (bmw e NSU) che ha trasportato in container dalla Germania e qui ci lavora per sistemarle. Non riesco a immaginare quanti visitatori abbia questo "museo" (eufemismo) di certo quando il tipo ci ha visto arrivare è corso fuori a chiamarci. Per la verità la compagna non mi sembrava particolarmente entusiasta i questa scelta di vita...! Watson Lake è un paese piuttosto anonimo e l'unica attrattiva interessante è rappresentata dalla Sign Post Forest (foresta di cartelli).
L'indomani si parte alla volta di Stewart lungo i 600km della Stewart-Cassiar Hwy 37; km e km attraverso una unica grande foresta! la strada è completamente asfaltata e la guida sarebbe anche divertente....se non fosse per i 10° scarsi e la pioggerella incessante dalla metà in avanti. L'attesa di incontrare il nostro orso lungo la strada alla fine è premiata e scatto le foto che prima di partire avevo immaginato di fare . Troviamo da dormire.....e asciugarci al King Edward Hotel (la doppia per 61€). Giornata da incorniciare.

12 agosto- Stewart-Prince George km 721
piove a dirotto, ma non rinunciamo ad andare ad Hyder che dista 4 km di Stewart, ma è in Alaska. Qui c'è un fiume che viene risalito annualmente dai salmoni che dopo aver deposto le uova, stremati, muoiono. Al di là di questa fine naturale ci sono anche gli orsi che si appostano a banchettare sul fiume stesso. Fish Creek è il luogo dove è possibile vedere tutto ciò, ma purtroppo quando arriviamo non orsi non ce ne erano; pazienza. Riprendiamo la Stewart Cassiar e rivediamo prima una femmina di orso con il suo piccolo e poi un maschio del tutto indifferenti ai nostri obiettivi. Il resto della strada fino a Prince George è sostanzialmente noioso.

13 agosto - Prince George-Vancouver km783
Partiamo sotto con un cielo che non promette nulla di buono, ma dopo un accenno di pioggia il tempo volge al bello e ci liberiamo dell'antipioggia. Ci aspetta una giornata impegnativa e lo sarà ancora di più per via del caldo che si fa sempre più opprimente. La seconda parte della strada corre ai lati di un Canyon a tratti spettacolare; questa pare sia la regione meno piovosa del Canada e lo testimonia il fatto che le montagne siano del tutte prive di vegetazione . Si toccano i 35/38 gradi...incredibile! A Vancouver ci aspetta una coppia di Italiani emigrati qui cinquant'anni fa; la sorella della signora Bertilla è amica di Daniele ed è felice di ospitarci per la notte. Dopo tre settimine torniamo a mangiare un ottimo piatto di pasta al pomodoro ed una bistecca alla griglia come Dio comanda! Il marito ci offre il vino fatto praticamente in casa da lui stesso comperando il mosto dalla California. Sono una bella coppia che si è pienamente realizzata dopo i sacrifici iniziali; non deve essere stato facile a vent'anni lasciare la propria famiglia per cercare fortuna in un Paese così lontano e così diverso senza poi conoscere una sola parola di inglese. Vancouver conferma quanto ne avevo letto: una città moderna, giovane, vitale, a misura d'uomo!

14 agosto Vancouver/Victoria - porto l'Africa presso una officina Honda che avevo contattato via mail per cambio gomme, olio, pastiglie freno ant., sistemare un raggio rotto e il contakm che non dava più segni di vita. Sono gentilissimi ed interessati al nostro viaggio. Il boss (Frankie) è un settantenne che ha un passato da pilota. Ha vinto 2 campionati Canadesi in 250 e 350cc e ha partecipato nel 1967 al Camp.Mondiale correndo dunque con Agostini, Hailwood, Read, ecc. Di Agostini dice...beh se la tirava un pochino...! Ci salutiamo con le foto di rito e strette di mano....non senza ovviamente aver pagato il conto (630€).
Bertilla insiste perché ci fermiamo un'altra notte, ma domani dobbiamo essere a Victoria sulla Vancouver Island in BMW per il tagliando di Daniele e vorremmo essere questa sera. Facciamo gli 80 km che ci separano dal traghetto che in un'ora e mezza ci porta sull'isola, altri 30 km e arriviamo a Voctoria........dove i Motel sono tutti full.... Dopo più di un'ora ne troviamo uno con un'ultima camera disponibile. Salvi...e pazienza se saltiamo la cena!!

15 agosto - Victoria - Ferndale (USA) km 223
Ci fermiamo a Victoria l'intera mattinata, ma meriterebbe molto di più. Vi capitiamo poi il giorno in cui ci sono le gare di Dragoon Boat (barche con 18 vogatori più il timoniere) un evento che mi pare di capire sia molto sentito da queste parte. Si misurano su batterie da 5 e gli equipaggi sono quanto di più eterogeneo si possa immaginare: ventenni e ottantenni, gente di colore , indiani e asiatici di tutti i tipi. Non riusciamo a farci una idea di quanti siano i "vogatori" impegnati, ma certamente sono centinaia. La moto di Daniele è in BMW per il tagliando e possiamo girare la città liberamente avendo lasciato anche la mia Africa nel parcheggio della concessionaria. Ritiriamo la moto nel pomeriggio e riprendiamo il traghetto che ci riporta a Vancouver dove decidiamo di proseguire e cercare un motel prima della frontiera USA. Problema ... sono tutti "full". Non ci resta che fare dogana e sperare di trovare una camera nella prima città che troviamo. Sbrighiamo le formalità doganali in pochi minuti e troviamo un Motel a Ferndale poche decine di chilometri oltre il border. Mentre sono alla reception lascio il quadro della moto acceso con il risultato che non riparte più; non c'è carica sufficiente e il motorino d'avviamento non attacca. Riprovo dopo cena e.....miracolo la moto riparte ! Siamo in USA nello Stato di Washington.

16 agosto - Ferndale-Aberdeen km 616
ci dirigiamo verso Sud e prendiamo un traghetto che da Keistone ci porta a Townsend sull'Olympic N.P. e costeggiamo l'oceano sino a Neah Bay riprendendo poi la 101 sino ad Aberdeen. Quando la strada scende sull'oceano viaggiamo in una nebbia a tratti anche fitta che però aggiunge fascino a questi luoghi; non appena però il sole si fa largo lo spettacolo è notevole con spiagge lunghissime e ovviamente deserte. Lungo la strada incontriamo due giovani, le Sudafricana e lui dell'Alabama. Sono partiti da San Francisco con due Royal Enfield...proprio così due bullet 500 come la mia. Non posso no fermarmi a conoscerli; sono simpaticissimi e le foto di rito si sprecano. Uno dei tanti incontri di questo viaggio . Non appena ci fermiamo è normale che vedendoci così carichi ci chiedano subito: "where are you from?" e alla risposta "from Italy" lo stupore è evidente. Non solo sono pochi i viaggiatori Italiani da queste parti....in moto poi...!

17 agosto Aberdeen-Coulee City km 501
Tappa di trasferimento a tatti noiosa. Altro traghetto che dalla Olympic Peninsula ci porta a Seattle dove non ci fermiamo dirigendoci ad Est per scendere nei prossimi giorni n direzione Yellowstone. Gli ultimi 150 km prima di fermarci per la notte nel solito anonimo Motel lungo la strada, scorrono tra immense distese di coltivazione di granturco che con il sole ormai basso e la terra arsa dalla siccità assumono un colore giallo intensissimo. Bello!

18 agosto - Coulee City-Whitefish km 601
bellissima giornata sia per il meteo (sin troppo caldo) che per le strade percorse. Lasciamo l'anonima Coulee, smarrita tra le piantagioni di granturco e, superata Spokane prendiamo la 2 sino a Moyie Springs ed ancora sino a Libby dove prendiamo la 37 una meraviglia per le due ruote (Intanto siamo entrati nello stato dell'IDAHO) la percorriamo sino a Eureka costeggiando dapprima un fiume e poi un lago artificiale incastonato in una immensa foresta di abeti; è vero, paesaggi simili li troveremmo anche sulle nostre Alpi, ma qui è tutto spaventosamente più grande . Ad un tratto mi trovo davanti immobile in mezzo alla strada uno splendido capriolo; naturalmente non ho il tempo per fotografarlo (...ci fosse Ivana sul sellino...), ma prima che rientri nel bosco, pe un attimo i nostri sguardi si sono incrociati. E' la fotografia più bella della giornata, anche se non rimarrà nella memoria del mio PC. Siamo nel Montana, più esattamente nella Kootenai National Forest. Purtroppo gli incendi in questa stagione sono frequenti e ne vediamo qualcuno qua e la sulle montagne attorno. Vediamo altri caprioli ed un giovane alce che bruca indisturbato ai margini della strada. Ci fermiamo per la notte in un Motel riservato ieri. Ottima cena a base di salmone per chiudere nel migliore dei modi la giornata.

19 agosto Whitefish-Big Sky
percorriamo la 83 per circa 150 km quasi tutti immersi in un fitto bosco di abeti; lungo la strada ci fermiamo incuriositi presso una casa dove sono esposte sculture di legno (orsi, aquile, ecc.) incuriositi dalla scritta "bears for sale". Conosciamo Peet , personaggio curioso e autore di queste "improbabili" opere; ci mostra anche un laghetto che sta ricavando da una sorgente naturale dove ha già introdotto delle trote. E'un personaggio fuori dal tempo e fuori dal comune come tanti altri conosciuti da queste parti. Lasciata la 83 prendiamo per la 141, a seguire la 287 e infine la 191 che ci condurrà a Bik Sky, 50 miglia dall'ingresso Est di Yellowstone. Lungo la strada ancora distese di prati coltivati a frumento che si perdono all'orizzonte. Questo è il Montana, cime innovate e ghiacciai, boschi immensi e distese di praterie dove la fantasia fa sì che potresti immaginarvi indiani a cavallo a caccia di bisonti o carovane di "visi pallidi" alla ricerca di fortuna in questo "far west". E domani Yellowstone

20 agosto Big Sky-Yellowstone-Cody km 361
21 agosto Cody-Yellowstone-Cody km 400
Due giorni in questo caleidoscopio di immagini straordinarie probabilmente unico al mondo: praterie, montagne (passi oltre 2700m),fiumi, canyon, cascate impetuose,foreste, geyser, laghi......da pelle d'oca. Ne giriamo il perimetro per intero (300 km circa) senza perderci nulla di quello che ci può offrire. La sua vastità fa sì che la tantissima gente presente si disperda senza compromettere la possibilità di vedere e fotografare tutto il possibile. Tantissime foto ovviamente, ma come sempre le immagini più belle saranno quelle impresse nei nostri occhi e nella nostra memoria . All'ingresso del parco conosciamo una Giuliana una donna Torinese che ha davvero girato il mondo (l'Africa per intero) da sola con la sua Toyota land cruiser; straordinaria persona e grande viaggiatrice (www.voporlomundo.com)!

22 agosto Cody-Green River meraviglioso Wyoming km 531
gran parte di questi km su due strade secondarie, la 120 e la 28 che ci regalano paesaggi spettacolari, nonostante le prime due ore di moto le facciamo ancora con una temperatura di 10° scarsi. Come sempre poi non appena si scende un pochino di altezza (mediamente sempre oltre 1500m le cose migliorano ed il piacere delle guida su queste strade semideserte aumenta.
Ci fermiamo per la notte in un grazioso motel a 69$, molto meno caro di quelli che si trovano in località turisticamente più conosciute. Oggi e nato Ludovico, il mio terzo nipotino....beh una giornata da incorniciare!!! Mamma Elena gli racconterà di questo nonno un po' matto che quando nasceva era dall'altra parte del mondo con la sua moto.

23 agosto - Geen River-Moab km 566
partiamo con i soliti 10° e imbocchiamo la 530 entrando nella Fleming Gorge Reserve all'interno della quale ammiriamo il bellissimo Red Canyon, fuori dagli abituali percorsi turistici e quindi poco frequentato; la vista sul lago sottostante è da paura! Ripartiamo ed entriamo prima nello Utah , poi sulla 139 in Colorado passando per la curiosa cittadina di Dinosaur e di nuovo in Utah sino a Moab. Domani ci aspetta la visita al famoso Arches National Park.

24 agoto Moab-Arches Nat. Park-Mesa Verde N.P.-Cortez (Colorado) km 285
Oggi poca strada ma visita a due parchi Americani forse meno noti di altri, ma non per questo meno belli. Gli archi naturali di Arches sono l'immagine simbolo dello Utah e ammirarli conferma una volta ancora quanto la natura sappia creare degli scenari così spettacolari . Purtroppo per ammirare queste forme occorrerebbe dedicare una giornata di trekking (tra l'altro sotto un sole cocente). Risaliamo in moto e rientriamo in Colorado dove ci aspettano gli insediamenti indiani di Mesa Verde . Prendiamo prima sistemazione nel "solito anonimo motel" dove alleggeriamo le moto e ripartiamo alla volta di questo Parco. Un ranger ci accompagna al sito più conosciuto "Cliff Palace", purtroppo il mio modestissimo inglese non mi consente di capire tutto ciò che spiega, ma ci sono comunque depliant molto esaustivi. Per attraversare il Parco e arrivare ai punti più interessanti occorre fare circa 35 km dall'ingresso del parco stesso. Giornata piena e faticosa nonostante il pochi km....ma anche in questo caso ne valeva la pena. Rientrando in Motel dopo cena conosciamo una coppia di giovani Israeliani con un sidecar Ural comprato a Los Angeles....incredibile!

25 agosto Cortez-Monument Valley-Page km 427
Tanta roba oggi anche oggi!!! lasciamo Cortez e prima di prendere per la 163 che ci condurrà alla Monument Valley percorriamo una strada secondaria all'interno di un territorio abitato prevalentemente da indiani Navaho o Navajo; incontriamo una donna autista di scuolabus intenta a raccoglier fiori che sembrano di camomilla che usa per bollire e farne una sorta di the . Anche qui il paesaggio è da mozzafiato e quando sulla 163 intravvediamo i primi monoliti della Monument Valley l'emozione si fa sentire! Siamo in Aritzona e raggiungiamo l'ingresso del parco. Daniele vuole ovviamente percorrere lo sterrato interno al Parco, mentre io sono piuttosto incerto anche perché il fondo è a tratti sabbioso. Ne percorro alcune miglia poi lascio che Daniele prosegua , mentre io mi fermo ad aspettarlo facendo conoscenza con alcuni indiani che gestiscono escursioni a cavallo . Molti gli italiani che come moltissimi altri turisti visitano il parco a bordo di minibus scoperti; non credono ai loro occhi quando vedono una moto targata MI arrivata sin qui. Tutti, italiani e non, vogliono sapere del nostro viaggio...beh mi sto rendendo conto che in fondo stiamo facendo qualcosa di importante. Per la notte abbiamo prenotato un motel a Page, cittadina strategicamente perfetta per visitare il Lago Powell e Antelope Canyon; ci fermeremo qui due notti. Cena in un ristorante con mega barbecue esterno e musica country dal vivo: spettacolo! ....peccato che sul più bello si è scatenato un temporale che ha costretto il complesso a sbaraccare!

26 agosto -Page giornata prettamente "turistica" iniziata abbastanza presto con visita guidata (non ci si può andare autonomamente) a Antelope Kanyon. Il sito è gestito dai nativi Navaho che vi trasportano i turisti con pulmini scoperti che partono dalle diverse agenzie della città. Il tutto è tutt'altro che regalato (45$), ma ne vale assolutamente la pena. I giochi di luce anche in una giornata nuvolosa come è capitato a noi sono qualcosa di sorprendente . In moto siamo poi andati su "wiev point" che spaziano sul Glenn Canyon; Horseshoe in particolare merita assolutamente una visita .

27 agosto Page-Kingman km 533
Beh del Gran Canyon il web è pieno di bellissime foto....le mie purtroppo non riescono a trasmettere la grandezza di questo prodigio della natura "niente come la roccia è più modificabile nel corso degli anni"; questa frase sta scritta nel museo geologico all'interno del sito. Già, ci sono voluti millenni perché ci venisse regalato questo scenario straordinario . Pochi km usciti dal Canyon ci fermiamo a fare rifornimento e come quasi sempre accade la stazione di servizio è su un piazzale ghiaioso. Riparto e.......gomma posteriore a terra! Nel pneumatico è entrato un tondino di ferro di 7/8 cm!!! Per fare arrivare un gommista sin qui mi chiedono 250$!! Fortunatamente un signore mi spiega che a poche centinaia di metri c'é un meccanico che può risolvermi il problema avendo io una camera d'aria di scorta. Il meccanico è un personaggio....., ma mi risolve il problema in meno di un'ora togliendomi il copertone con i ferri (tamponando due fori) e cambiandomi la camera d'aria; il tutto per 20$. Fantastico.
Ripartiamo imboccando la mitica 66 sino a Kingman e percorrerla con il sole che tramonta davanti a noi è semplicemente da urlo!
Dopo cena ci concediamo una sfida a Bowling su 2 manche che Daniele vince di misura!

28 agosto Kingman-Lone Pine (California) km 616
Riprendiamo la 66 che sale sino al Sitgraves pass e poi giù sino a un villaggio ormai fatto di negozi di souvenir, ma che in fondo non compromette il mito di questa vecchia strada che sino agli anni '60 rappresentava il più importante collegamento tra la costa Atlantica e quella Pacifica degli States. Per quelli della mima generazione che magari hanno letto Kerouac e hanno vissuto il mito americano di quegli anni (i movimenti Yppies con la musica della Wets Coast e i fermenti ideali, anticonformistici e pacifisti) questa strada evoca ricordi e sensazioni particolari . Semplicemente felice di essere qui.....anche se con un po' di nostalgia..! Bellissimo l'incontro con un treno che mi fermo a fotografare...e che mi saluta con il suo caratteristico suono!
Per la notte ci fermiamo a Lone Pine una cittadina graziosa e vivace.

29 agosto LonePine-Yosemite N.P.-Oakdale km 463
Lasciamo LonePine e lungo la 395 raggiungiamo lo Yosemite N.P. che attraversiamo percorrendo la bellissima 120. L'entrata del parco coincide con il Tioga Pass 3015m....mica uno scherzo! La giornata è stupenda e ci consente di godere appieno della bellezza di questo Parco dove non sono gli animali (orsi, alci,ecc) a farla da padrone, ma piuttosto il paesaggio davvero unico. Per certi aspetti ricorda le nostre Dolomiti o i nostri grandi parchi Alpini dove però la vegetazione scompare oltre i 2.000m; qui invece anche oltre i 3.000m i boschi di abeti sono ancora rigogliosi i. Anche oggi molte le persone che si fermano incuriosite davanti alle nostre moto, tra questa una mamma con la propria bellissima figlia con le culi ci fermiamo a chiacchierare un po'; simpaticissime entrambe! Per la notte ....il solito anonimo Motel che però come quello di ieri sera dispone di piccola piscina. Bagno anche stasera....acqua gelida, ma splendidamente rigenerante!!! E da domani...basta parchi!! San Francisco e la West Coast!!!
P.S. - il contachilometri dell'Africa si è ammutolito di nuovo.....zzo! Ne faremo a meno sino a S.Diego dove occorre ulterirore tagliandino. A oggi 13,600 km....mica male!

30 agosto Oakdale-San Francisco
Fermarsi un pomeriggio a San Francisco è davvero troppo poco per cercare non dico di conoscerla, ma almeno di viverla per qualche ora. Ci accontentiamo del solito Bus turistico con soste al Golden Gate, e a Fisherman Wharf con le foto di rito su Alcatraz . Resta l'emozione di essere arrivato sin qui con la mia Africa!!!

31 agosto San Francisco-Cayucos km 374
Altra giornata da incorniciare, una di quelle che vorresti non finissero mai! Lasciamo San Francisco e prendiamo la 1 e cioè la strada che scende verso Sud costeggiano il Pacifico in un susseguirsi di curve e saliscendi. Beh....se non fossimo sull'oceano mi verrebbe da dire che paesaggi così ne abbiamo a decine anche sulle coste del nostro Paese! Poi ci fermiamo a uno del numerosi view point e vediamo in un'ansa di mare sotto di noi a poche decine di metri dalla riva un gruppo di 7/8 balenottere che giocano tranquillamente per la gioia delle nostre fotocamere. Pochi km e ti trovi davanti ad una spiaggia dove decine di leoni marini se ne stanno li ad oziare tranquillamente! Ma dove sono!!!???
Per la notte ci fermiamo in un Motel molto carino a pochi metri di una lunghissima spiaggia giusto in tempo per godere di un tramonto che oggi ha davvero un sapore particolare!

1 settembre Cayucos-Solana Beach (San Diego) km 553

2 settembre - San Diego
Giornata dedicata al "tagliandino della moto" e ad una visita di questa vivacissima e bella città Californiana a poche decine di km dal Messico. Dal meccanico concludo poco o nulla nel senso che il contakm non riesce a sisemarmelo (il cablaggio è ok ma ad essere fuori uso è il collegamento con la ruota e lui il questo ricambio ovviamente non ce l'ha); rinuncio anche a cambiare il pneumatico posteriore che comunque sembra tenere e sarebbe un peccato buttarlo via a metà. Cambio olio e filtri e stop dunque. Per la città faccio un giro turistico prima sul un battello attraverso la baia dove sono ancorate molte navi della marina militare tra le quali la portaerei Midway ormai dismessa e diventata museo (San Diego è una base importante della marina USA). Poi l'mmancabile giro sul Bus Turistico dove la guida è una simpaticissima signora che parla un inglese strettissimo di cui riesco ad afferrare ben poco; pazienza. Old Town, Coronado Bridge, Little Italy, e la zona del porto dove è ancorata la USS Midway sono le "attrazioni" più interessanti che meriterebbero qualcosa in più di qualche ora. La sera ci troviamo con Matteo (amico di mio figlio) , un ragazzo che conosce molto bene questa città avendoci lavorato per 4 anni. Ceniamo piacevolmente insieme in un ottimo ristorante messicano

3 settembre San Diego -Santa Maria (Baja California -Mexico) km 398
Poche decine di ime ci troviamo in Messico senza quasi saperlo e senza nessuna formalità doganale. Abbiamo però il problema dell'assicurazione e fatichiamo a trovare una agenzia disposta a farcene una. Siamo a Tijuana, una tipica città di confine, lontana anni luce dalle città USA che ci siamo appena lasciati alle spalle. Altra gente, altre abitudini, altri odori, altra strade.....siamo in Messico! Prendiamo la 1 che procede in direzione Sud sulla Penisola di Baja California; ci fermiamo lungo la strada in un Hotel/bar/ristorante per uno spuntino sull'oceano: fantastico! Arriviamo a San Quintin e cerchiamo la Mission S,Maria, un hotel che avevo adocchiato sul web che mi sembrava carino e a prezzo più che interssante. Ottima scelta! 49$ la camera doppia con vista sull'oceano!

4 settembre Santa Maria-Bahia de los Angeles km 353
lasciamo la splendida Santa Maria e riprendiamo la 1 l'unica strada che attraversa la penisola zigzagando in pratica da est a ovest. Il tratto che taglia orizzontalmente questa parte della Baja California sono 300 km nel nulla assoluto (nessuna pompa di benzina) solo terra arida, cactus ovunque e di tutte le forme e pietre, montagne di pietre. Ci fermiamo in uno dei rari e piccolissimi villaggi dove troviamo una sorta di bar il cui gestore mi rabbocca anche il serbatoio della mia Africa con un gallone di benzina! Raggiungiamo Bahia de los Angeles di cui avevo letto un gran bene, anche se la stagione migliore qui è l'inverno dove stazionano decine di balene. L'albergo, piccoli bungalows sulla spiaggia, è pressoché deserto; nemmeno il tempo di affacciarmi alla spiaggia ed ecco due delfini nuotare tranquillamente a non più di 30 m dalla riva! Un'altra cosa curiosa sono alcuni uccelli che si tuffano in mare come missili a catturare piccoli pesci. Ceniamo da "Alexandrina" una modesta trattoria dove mangiamo benissimo a per pochi pesos e ha anche wifi che gira benissimo (il titolare dell'albergo diceva che quin non c'era!).

5 settembre Bahia de los Angeles-Loreto km 635
Ripartiamo attraversando dapprima Guerrero Negro (costa Pacifica) attraversando di nuovo la penisola per arrivare sul Mar di Cortez a Santa Rosalita prima, Mulegè poi e infine Loreto . lungo questo tratto di costa ci sono spiagge bellissime e pressoché deserte con un mare turchese ed un'acqua limpidissima . A Loreto ci fermiamo in uno splendido Hotel affacciato sul lungomare. Problema: solo ora ci rendiamo conto della cazzata che abbiamo fatto alla dogana di Tijuana dove siamo andati via dritti senza passare dagli uffici della immigrazione Messicana per ottenere il permesso di importazione temporanea della moto, e peggio ancora nessun timbro d'ingresso sul passaporto. Siamo in pratica dei "clandestini" e o torniamo a Tijuana (1000 km!) o risolviamo il problema da qui. Conosciamo il titolare del ristorante Juan Carlos dove ceniamo che deve essere un personaggio influente a livello locale che ci mette in contatto con un funzionario della dogana. Speriamo bene!

6/7/8/9/10 Loreto-Tijuana-Loreto
Non riusciamo a risolvere il problema "visti" da qui nonostante l'interessamento di Juan Carlos e di Onorio, il funzionario doganale di Loreto. Non ci resta che prendere un volo interno per Tijuana e sistemare le cose lassù, così come avremmo dovuto fare al momento del nostro ingresso in Messico. Voliamo a Tijuana l'8 (1h e mezza) e ci dirigiamo subito in dogana dove una gentilissima e carina funzionaria ci timbra il passaporto. Non siamo più clandestini. Occorre ora regolarizzare l'importazione temporanea delle moto; altro ufficio, fototcopie di libretto e passaporto e nel giro di una “media hora“ abbiamo finalmente il nostro documento!!!!!! Purtroppo per il volo di ritorna a Loreto dobbiamo fermarci due notti a Tijuana in modestissimo motel (80$ due notti per la doppia) che ha lo stesso nome di un 4 stelle dove un tassista ci aveva portato. A proposito........avevo lasciato su quel taxi l'iphone, ma contrariamente a quanto mi era successo 2 anni fa a Varsavia, avevo il bigliettino da visita del tassista che in pochi minuti me lo ha riportato in hotel (il 4 stelle sbagliato...). Fortunatamente il nostro motel (praticamente confinante con un Mariott 5 stelle) è in una buona zona di Tijuana con un modernissimo centro commerciale a pochi passi dove ceniamo per due sere. Il centro di Tijuana merita comunque una visita; la città vive della vicinanza con San Diego ed è quindi meta di Gringos che qui vengono a divertirsi con pochi dollari. Torniamo a Loreto e riprendiamo la nostra camera all'Hotel La Mission e torniamo a cena dal nostro amico Juan Carlos. Loreto merita senza dubbio una visita per il suo lungomare (il Malecon) bellissimo ed i suoi straordinari tramonti . Spettacolari i tuffi in mare dei cormorani a caccia di pesci....uno spettacolo visto sol nei documentari televisivi. Loreto è poi una meta ambita di Gringos e non solo che qui vengono a pesca di Dorado, Tonni Pinna Gialla e Marlin. Naturalmente anche qui siamo oggetto della curiosità degli ospiti meravigliati del nostro itinerario di viaggio!!!! e domani si torna finalmente in sella; La Paz e traghetto per Mazatlan.

11-12 settembre Loreto-La Paz km 360
Raggiungiamo La Paz percorrendo anche in questo caso l'unica strada possibile in un paesaggio desolato che solo a tratti spazia sul Mar di Cortez. Ci fermiamo in una sorta di ristoro gestito da una sig.ra con tre figli, la più piccola ha tre anni, un viso dolcissimo ed un sorriso che solo i bambini hanno così sincero! Una foto è d'obbligo. Arriviamo al porto di La Paz e scopriamo che l'unico traghetto in partenza per Mazatlan è un "mercantile" senza cuccette, a ad un prezzo contenuto:118 $ moto e pilota. Prima di imbarcarci la polizia doganale ci chiede i documenti ed in particolare.....il maledetto certificato di importazione temporanea della moto...! Molliamo gli ormeggi alle 18 con un tramonto spettacolare!! A bordo solo simpaticissimi camionisti messicani incuriositi dalla nostra presenza: vogliono conoscerci e sapere di noi e del nostro viaggio. A bordo niente cabine, ma solo una sorta di dormitorio con improbabili "poltrone". Di positivo c'è che compreso nei 118$ c'è anche una cena (fagioli,riso e non so cos'altro). Decido di provare a dormire sul ponte del resto la temperatura è più che confortevole. Peccato che verso le 3 si scatena un temporale che ci costringe a rientrare nel "dormitorio". Bene o male la nottata " ha da passà",...e passa! Daniele nella notte è stato poco bene, ma una pastiglia ha risolto tutto ed il mattino mi pare assolutamente in forma. Conosciamo una simpaticissima coppia di ragazzi argentini ed un'altra di cui il ragazzo è Australiano e la ragazza Californiana (anno un cane con loro). I camionisti messicani intanto continuano a familiarizzare con noi; si è sparsa la voce di questi due italiani motociclisti e vogliono conoscerci, ma con discrezione e senza esser invadenti. Arriviamo a Mazatlan alle 15,30 dopo 22 ore di navigazione......! Sbarchiamo ed usciamo dalla città prendendo già la direzione per Guadalaijara e dopo una vendica di km ci fermiamo in un ottimo hotel a 25€ per la doppia a El Rosario; ottimo anche il ristorante.

13 settembre El rosario-La Barca km 563
Tutta "autostrada" a pagamento e non a buon mercato; lo sapevamo ma l'alternativa era percorrere la strada lungo la costa sconsigliata anche dai locali per ragioni di sicurezza. Nel pomeriggio il cielo si fa scuro e non lascia presagire nulla di buono e verso del 17 è il diluvio! Vediamo un cartello che indica un hotel a 5 km! L'hotel è un complesso che dire fatiscente è forse riduttivo; probabilmente viene usato più per banchetti, convention o roba del genere e comunque siamo gli unici ospiti presenti. Il "gestore" è un personaggio che si addice pienamente alla location; parla poco o niente e mangia su uno sgabello guardando la TV. Niente ristorante in albergo e nemmeno nei pressi; ci facciamo portare una pizza e va bene così.

14 settembre La Barca-Puebla km 568
Ancora autostrada sino a Puebla, o meglio Heroica Puebla de Saragoza, una bella città coloniale famosa anche per le sue cattedrali barocche . Ci facciamo un giro sul bus turistico che finisce giusto in tempo prima che si scateni un temporale spaventoso con grandine e pioggia a secchiate....ma qui e di questa stagione è normale! In pochi attimi le strade diventano fiumi in piena e sul taxi che ci porta al ristorante brasiliano suggerito da Daniele l'acqua arriva quasi alle portiere. Ottima cena e si torna in albergo (ottimo a 35$).

15 settembre Puebla-Puerto Escondido km 596
Strada scorrevole (...a pagamento) sino a Oaxaca e poi prendiamo la 131 suggeritaci anche da Fernando (un amico motociclista Messicano). 200 km di curve una dietro l'altra salendo sino a 3000m per poi ridiscendere, salire ancora e poi giù sino a Puerto Escondido. Lungo la strada attraversiamo piccoli villaggi con la gente indaffarata per i preparativi della serata; oggi in Messico è la festa della Repubblica e le bandiere sventolano ovunque. Gli ultimi 100 km li percorriamo sotto il diluvio.....e su questa strada stretta e tortuosa non è certo il massimo, ma moto, attrezzatura e piloti tengono botta!

16 settembre Puerto Escondido
Giornata di assoluto relax sulla bellissima e quasi deserta spiaggia; è bassa stagione ed i turisti sono quattro gatti. Molti comunque i surfisti in acqua ad attendere l'onda giusta ed è uno spettacolo starli ad ammirare nelle loro evoluzioni. Per 50pesos (meno di 3€) mi prendo anche lettino ed ombrellone! La sera il villaggio si anima un po' e non c'è che l'imbarazzo della scelta per trovare un ristorante dove mangiare un buon piatto di "pescado".
Probabilmente Puerto Escondido non è più quello del film di Salvatores (...sono passati quasi trent'anni), ma il suo fascino resiste ancora e per un attimo ho immaginato di incontrare lungo la spiaggia Abatantuano, Bisio e la Golino!

17 settembre Puerto Escondido-San Cristóbal km 613
oggi si entra nel Chiapas la regione nota anche per la presenza, tuttora attiva, del movimento Zapatista guidato sino al 2014 dal misterioso e carismatico sub comandante Marcos. Percorriamo un tratto di strada tortuosa ma molto bella alternativa a quella principale e raggiungiamo San Cristóbal evitando (...almeno oggi) il solito temporalone pomeridiano; in realtà un'acquazzone lo becchiamo, ma è roba di pochi minuti. Alloggiamo all'hotel San Luis segnalatomi da Pinuccio (www.pinuccioedoni.it); è praticamente nel centro storico della cittadina ed i proprietari ci fanno parcheggiare le moto all'interno, praticamente nella hall esterna (così come capitò a Pinuccio). San Cristóbal rappresenta di fatto il cuore del Chiapas; è una cittadina animata, vivace e bella nei suoi edifici coloniali e le sue chiese color pastello. Ci fermeremo due notti e in questo caso ci permettiamo pure due camere singole....25€!

18 settembre
Turisti in questa splendida cittadina Capitale del Chiapas e centro della rivolta Zapatista capitanata del misterioso e leggendario Sub Comandante Marcos che sino a due anni fa ha caratterizzato questa regione; a proposito del Sub Comandante, abbiamo conosciuto l'autista che nel 1998 accompagnó Fausto Bertinotti (allora Segretario di Rifondazione Comunista Italiana) ad incontrare nella jungla appunto Marcos. Mattinata dedicata alla visita in barca sul Canôn del Sumidero, bello e spettacolare, ma nulla di trascendentale; ad animare il tutto la vista di alcuni coccodrilli che oziavano tranquillamente sulla riva . Nel pomeriggio prendiamo un taxi per raggiungere la vicina San Juan Chimula, un villaggio dove la popolazione indigena ha mantenuto gelosamente le proprie tradizioni; si sta preparando la chiesa per la festa di San Matteo che animerà Chimula pre i prossimi 3 giorn i. Chiudiamo la serata in un bar di San Cristóbal dove si esibisce un virtus o chitarrista ed una brava ed hermosa cantante!
....e domani Guatemala!

19 settembre San Cristòbal-Antigua km 486 totali 1 8672
lasciamo San Cristòbal e ci dirigiamo verso La Mesilla, il confine con il Guatemala che dista circa 170km; vedere sul Navigatore la scritta "Panamericana" fa un certo effetto, anche se a tratti sembra poco più che una strada secondaria. Raggiungiamo il border e in meno di un'ora sbrighiamo le pratiche doganali senza l'intervento di alcun "facilitatore"; cambiamo anche i pesos rimastici in tasca, moneta compresa. La Mesilla è un caotico villaggio non molto diverso da altri posti di confine; fa un caldo torrido e ne approfitto per mangiarmi un po' di frutta fresca comprata su una bancarella. Riprendiamo la strada che ora comincia a salire mantenendosi stabilmente attorno ai 2500m; ci fermiamo ad un ristoro dove beviamo un frullato di frutta fresca buonissimo. Saliamo sino a superare i 3000m con il tempo che comincia a farsi scuro e non promette nulla di buono. Il tempo di metter l'antipioggia e ci troviamo nel bel mezzo del solito temporalone pomeridiano. Cessa di piovere e ci troviamo immersi nella nebbia, e poi ancora pioggia. Raggiungiamo Antigua e troviamo un B&B in centro e come capitatoci ieri i proprietari ci fanno parcheggiare le moto all'interno, di fronte alla reception. Quattro passi per una anticipazione di questa cittadina coloniale e poi cena con la proprietaria che ci ha fatto da guida in un ristorante tipico Guatemalteco.

20 settembre Antigua de Guatemala
Intera giornata a godermi questa splendida cittadina coloniale!
Con Roberto, una simpaticissima guida locale, camminiamo lungo i ciotolati del centro storico visitiamo la Cattedrale, la Basilica di S.Francesco, alcuni bellissimi palazzi storici un tempo residenza dei governatori spagnoli ed ora per di più alberghi di lusso e infine il laboratorio dove si lavora la giada di cui il Guatemala è uno dei massimi produttori mondiali (...occasione per spendere qualche $...).
La sera ceniamo in un ristorante dove si esibiscono musicisti e danzatori in costume guatemalteco; un po' troppo "turistico", ma comunque piacevole. La serata è allietata dalla conoscenza di un gruppo di simpaticissimi motociclisti Messicani (tutti BMW)!

21 settembre Antigua-Copàn (Honduras) km 278 18.950
Oggi pochi km, lasciamo Antigua de Guatemala, splendida cittadina coloniale, vivace ed accogliente, percorrendo le viuzze ciotolate che la pioggia della notte ha reso insidiose. Purtroppo dobbiamo necessariamente attraversare al capiatale Guatemala City il cui traffico è ovviamente da paura; sbagliamo anche direzione un paio di volte ma alla fine riusciamo a prendere la 9 che ci porterà al confine Onduregno. La strada è bella, a tratti anche a doppia corsia ed anche la pioggia oggi sembra risparmiarci. In dogana ce la sbrighiamo in mezz'ora pagando il ctg di 28$ di tassa d'ingresso. Raggiungiamo Copàn nel primo pomeriggio e il primo hotel che troviamo fa al caso nostro.: Hotel Plaza Magdalena. Il tempo di sistemarci e con un "ape" di costruzione indiana raggiungiamo il sito Maya che dista poco più di un Km. Concordiamo la visita con Mauricio, una guida che parla anche piuttosto bene italiano; certo, per dimensione non è Chichèn Itzà, ma il fascino e la storia di questi luoghi valgono senz'altro una visita....e poi almeno un sito Maya del CentroAmerica dovevamo pur vederlo!! Rientrato in albergo occorre mettere mano alla moto che ha qualche piccolo acciacco che sistemeremo comunque in Costarica.

22 settembre Copàn-Tigucigalpa km 404 tot. 19.354
Oggi tappa di trasferimento su strade in parte secondarie, certo, qualche buca qua e là, ma nulla trascendentale (...quelle del Kazakstan...quelle sì...). Il paesaggio è di un verde intensissimo in tutte le sue tonalità ; l'acqua non manca di certo! piove tre volta al giorno ed anche oggi il nostro acquazzone quotidiano ce lo siamo preso! Ho la catena della moto da tirare un po', così mi fermo da un "meccanico" che ai margini della strada mi sistema perfettamente la tensione a tempo di pit-stop, meno di 5 minuti...e non vuole nemmeno un centesimo (gli do io qualche spicciolo) . Lungo la strada che scende a Tegucigalpa (caotica capitale dell'Honduras) ci feriamo in un ristorante affacciato sul lago Yojoa dove mangiamo un piatto a base di un non meglio identificato, ma ottimo pesce locale. Raggiungiamo Tegucigalpa nel primo pomeriggio e ci sistemiamo in un grande hotel del centro con parcheggio chiuso. La città, come tutte le capitali del centro America (ma non solo), ha problemi di microcriminalità che vorremmo evitare mettendo le moto al sicuro.

23 settembre Tegucigalpa-Leon (Nicaragua) km 308 tot. 19.662
Usciamo da Tegucigalpa nel solito caos di auto, ma ce la sbrighiamo abbastanza agevolmente (...benedetto GPS). Dopo 200km arriviamo alla frontiera dove i soliti "facilitatori", secondo me bene accetti dai funzionari di dogana, si prestano per gestire le carte. Sistemiamo il tutto in un paio d'ore e un costo complessivo (pratiche,ass.ne,visti...e mancia al "faciclitatore" di 65$. Siamo in Nicaragua!!! Pochi km e giusto il tempo per sistemarci l'antipioggia che si scatena un vero e proprio uragano. Facciamo ancora un po' di strada e poi pensiamo bene di rifugiarci in una "area di servizio" dove mangiamo anche un trancio di pizza. Un'oretta ed il diluvio cessa permettendoci di fare gli ultimi 60km che ci separano da Leon dove troviamo alloggio in centro all'Hotel "les balcones". Ceniamo al "Via Vai" un ottimo e caratteristi ristorante locale dove mi prendo un piatto unico tipico Nicaragueno.

24 settembre - contrariamente al programma decidiamo di fermarci ancora una notte a Leon; non lo sapevamo, ma il 24 settembre si celebra la festa della Vergin de la Merced, una ricorrenza sentitissima non solo in città, ma in tutta la regione. Culmine della giornata è la processione con la statua della Vergine che viene portata a spalla facendosi largo tra due ali di folla accalcata lungo le vie; il tutto in un "concerto" di bande musicali che ne accompagnano il percorso. Bellissimo!
Nel pomeriggio prendiamo un taxi (concordando il prezzo, comunque modestissimo) e raggiungiamo Playa Poneloya, una spiaggia divenuta uno spot frequentato da surfisti che vengono qui da tutto il mondo. Oggi però le onde non erano granché, ma il luogo è comunque molto bello; ci fermiamo per un mojto in un bar affacciato sull'oceano.

25 settembre Leon-Granada km 153 tot. 19.815
Lasciamo la splendida Leon e ci dirigiamo versa Granada un'altra città coloniale di questo straordinario Paese; costeggiamo per un tratto il Lago Managua nel quale si specchia il vulcano Momotombo (uno dei tanti ancora attivi del Nicaragua). Vista una piazzola dove potermi fermare per qualche foto, faccio una inversione.....peccato ci sia una pattuglia di polizia che ha visto il tutto contestandomi la doppia riga "amarilla"! Morale 1500 cordoba (50$) dopo una richiesta di 2000....a nulla valgono i miei improperi in stretto dialetto lecchese. Attraversiamo la capitale Managua senza fermarci anche se avremmo almeno voluto vederne il centro storico; il solito traffico caotico e le scarse segnalazioni ci hanno suggerito di continuare. Raggiungiamo Granada nel primo pomeriggio e dopo aver preso alloggio alla "Casa San Francesco" (una delle migliori sistemazioni in assoluto sin qui) decidiamo di prendere una barca per un giro sul lago Nicaragua con le sue numerosissime isolette. La sera ceniamo nel vivacissimo centro storico sul quale si affaccia la bella e colorata Cattedrale

26 settembre Granada-Puntarenas (Costa Rica) km 385 tot.. 20.200
Prima di ripartire conosco la proprietaria dell'albergo, una sig.a Americana che ha lavorato per diverse ONG in Irak, Siria, Iran e Afganistan (ne è da poco rientrata) ed ora ha deciso di stabilirsi definitivamente qui. Ha letto il mio sito web e scopro che lo scorso anno, anche lei a maggio, era sul Cammino di Santiago!! Una donna straordinaria davvero.
Alla frontiera di Penas Blancas pur nella abituale confusione ce la sbrighiamo in meno di due ore con l'aiuto del solito "facilitatore", un sordomuto che ci costa meno di 10$. Siamo in Costa Rica....e abbiamo superato i 20.000 km!!!
decidiamo di scendere lungo la Peninsula de Nicoya per prendere poi un traghetto per Puntarenas; arriviamo a Playa Naranjo e vediamo il ferry che ha appena lasciato gli ormeggi!!! Ci dirigiamo verso l'altro porto a Paquera....dove il prossimo passaggio è però alle 20 . Pazienza, ne approfittiamo per cenare nel "ristorante" adiacente: filetto di pescado niente male per 3$. L'attraversata dura un'ora e mezza e quando arriviamo a Puntarenas è ovviamente quasi notte e prendiamo il primo hotel che troviamo con parcheggio. Molto bello e affacciato sulla lunghissima spaggia .

27 settembre Puntarenas
Giornata piuttosto noiosa: il mattino lettino all'ombra bordo piscina e dal pomeriggio pioggia sino a notte. Puntrenas non è granché nonostante la lunghissima spiaggia meta soprattutto di locali che da San Josè vengono qui per i fine settimana. E' anche questa una spiaggia meta di surfisti locali e non. I turisti che vengono da fuori Costa Rica sono prevalentemente Canadesi e Americani; pochi gli europei. La sera conosciamo una coppia di simpaticissimi motociclisti, lui con una Gold Wing mai vista in Italia che replica lo stile Custom tipo HD, e Vivian con una Honda Shadow 1200 anche in questo caso sconosciuta in Italia e credo in Europa. L'uomo ha una officina di moto a San Josè e ci offre la sua disponibilità nel caso avessimo bisogno. Hanno visto il mio sito e sono ammirati dei miei viaggi; simpaticissimi davvero.

28 settembre Puntarenas-Alajuela km 88 TOTALI 20.288
Colazione in Hotel e via alla volta di Alajuela (periferia di San Josè) dove ci aspetta Zamora, il meccanico indicatomi da Pinuccio al quale ho fatto spedire alcuni ricambi per l'Africa Twin; fatichiamo non poco a rintracciarlo, ma alla fine l'abbiamo trovato. Lui è fuori, ma nel frattempo conosciamo la moglie e i due figli di 15 e 20 anni ; parliamo un po' con loro che ci offrono anche da bere ed un sandwich. L'attività di Zamora è prevalentemente rivolta all'assemblaggio di moto importate dalla Cina 250cc a 1.200€ (...in Italia ti compri un bicicletta al Decathlon...); ne consegna 500 al mese! Conosciamo anche Luis, un amico di Zamora e proprietario di un piccolo hotel dove prendiamo alloggio. E' un motociclista appassionato anche lui oltre che simpaticissima ed ospitale persona.
La sera ceniamo in un locale dove si esibiscono alcuni gruppi locali tra i quali uno nel quale suona il basso la compagna di Zamora, una dolcissima, e bella, ragazza. Piacevolissima serata con questi amici appena conosciuti.

29 settembre Alajuela
Zamora si sta prendendo cura con passione della mia Afirca Twin: sistemato il contakm e il passacatena (pezzi spediti dall'Italia da Angelo di Supermotorace) e portato il cerchio da un gommista che ha rimpiazzato/sostituito 4 raggi, si procede ad un totale check-in oltre che naturalmente a cambio olio filtro. Anche le pastiglie del freno anteriore erano finite e occorre dunque cambiare anche quelle. Zamora ci ha messo davvero tanta passione e ovviamente competenza . Purtroppo la giornata è rovinata dal fatto che Daniele non trova più il suo Garmin; lo cerchiamo ovunque senza fortuna con il dispiacere evidente anche di Zamora e Luis. Ceniamo a casa di quest'ultimo con le sua compagna Gaby, Zamora e un'altra coppia di loro amici; c'è anche Juan, un chitarrista Brasiliano che ci omaggia di alcune canzoni italiane. E'molto bravo e il suo repertorio è ampissima . Bellissima serata!

30 settembre - Alajuela
Pensavamo di partire dopo pranzo, salvo poi ripensarci a causa del consueto nubifragio. Zamora e la moglie Jenny hanno insistito perché ci fermassimo a casa sua mettendoci a disposizione la cameretta di Daniel e Jurgen, i suoi figli anche loro felici di ospitarci. Ceniamo tutti insieme passando una piacevolissima serata. Saluto Jenny perché domattina abbiamo intenzione di partire prestissimo avendo anche la dogana con Panama da fare; mi abbraccia con gli occhi lucidi dall'emozione!

1 ottobre Alajuela-Playa Barqueta (Panama) km 490 TOTALI 20.778
sono da poco passate le cinque quando ci apprestiamo a ripartire; Zamora ci saluta ed anche lui fatica a trattenere l'emozione; sono immagini queste che rimangono impresse più delle migliaia di foto scattate; ricordi come questo valgono tantissimo per me e contribuiscono a dare un senso ancora più compiuto ai miei viaggi. Come dico spesso, protagonista di un viaggio è sempre la strada con gli incontri che quotidianamente di regala; la meta ne è semplicemente il pretesto!
Purtroppo il mio GPS (che ho prestato a Daniele) non ha il dettaglio del Costa Rica così finiamo per sbagliare strada; quando ce ne accorgiamo abbiamo già fatto una trentina di km su strade di montagna.....Daniele purtroppo si ostina a non guardare la cartina e questo è già stato oggetto di confronto/scontro tra di noi. Pazienza, torniamo sui nostri passi ed arriviamo alla frontiera di Paso Canoas nel primo pomeriggio. Un guasto ai computer ci fa perdere un paio d'ore e l'obiettivo di raggiungere Santa Catalina ovviamente salta; a complicare il tutto ci si mette il consueto temporale equatoriale! Decidiamo di fermarci a Playa Barqueta una località suggeritaci da un funzionario doganale; quando ci arriviamo è ormai buio e diluvia!! Il mare lo vedremo domani!

2 ottobre Playa Barqueta
Giornata di assoluto relax; è bassa stagione e siamo tra i pochissimi ospiti di questo splendido resort affacciato sull'oceano per raggiungere il quale occorre deviare di una cinquantina di km dalla Panamericana. Sulla lunghissima spiaggia non c'è quasi anima viva e passeggiarci è un piacere; due mesi in moto e più di 21.000 km alle spalle cominciano a farsi sentire...! C'è anche una splendida piscina dove rimango a mollo a lungo; non è tanto il caldo, ma l'umidità in Centro America in questa stagione è davvero insopportabile.
Ci ha poi chiamato l'amico Zamora, eccitatissimo per aver ritrovato in qualche angolo della sua officina il Garmin di Daniele....che ovviamente è felice e ora anche più rilassato. Bene così; domattina torneremo in frontiera (40 km) dove potremo ritirarlo.
Quando leggo da qualche parte "tramonto unico al mondo" mi viene da sorridere perché al di là del luogo conta lo stato d'animo del momento più che il contesto; ne ricordo di stupendi visti nello specchietto retrovisore dell'auto mentre tornavo al casa dal lavoro, magari in autostrada! I colori qui sono forse più intensi ed i riflessi nel mare fanno la loro parte; diciamo che quello di questa sera a Playa Barqueta è semplicemente più "tropicale"!

3 ottobre Playa Barqueta- Santa Catalina km 351 TOTALI 21.159
Riprendiamo la strada che dopo una trentina di km incrocia la Panamericana a David e torniamo in frontiera; recuperato il Garmin di Daniele riprendiamo la Panamericana prima di deviare verso Sud in direzione di Sonà e quindi attraverso una bellissima strada immersa in questa rigogliosa vegetazione tropicale raggiungiamo Santa Catalina. Inciso: in entrato di Panamerica in corso di ampliamento con numerosi cantieri ed altrettante deviazioni, mi ferma una pattuglia di polizia che mi immortala a 96 kmh (limite 70). Questa volta la metto sul patetico e riesco a farmi scucire solo 10$!! Quello che mi fa rabbia è il fatto che Daniele era stranamente alle mie spalle e la sua velocità è stata rilevata a 68kmh; due a zero per me in quanto a multe!
Di Santa Cantalina avevo letto sul web e mi aveva incuriosito nonostante per arrivarci occorreva fare una deviazione importante; ne è valsa pienamente la pena ed è un peccato fermarci una sola notte . Il posto è frequentato da surfisti che qui trovano onde che sembrano eccezionali ed amanti del mare in genere (c'è qui un importante Parco Marino); qualche ostello e 3 o 4 alberghi spartani, ma anche per questo particolarmente belli. Ceniamo in un "ristorante" anche questo senza troppi fronzoli, affacciato sulla baia gestito da Luca, un cagliaritano appassionato di surf che si è trasferito qui da una quindicina d'anni. Spaghetti con l'aragosta eccezionali!!!!
E' un posto dove mi piacerebbe ritornare, magari con Ivana, perché no!

4 ottobre Santa Catalina-Panamà km 372 TOTALI 21.531
Torniamo verso Sonà su questa strada spettacolare anche se occorre fare attenzione a cani, bambini, gente a cavallo e corvi intenti a cibarsi in mezzo alla carreggiata che volano via quando sei a pochi metri! A Sonà deviamo in direzione di Santiago dove incrociamo la Panamericana che ci conduce a Panamà; alloggiamo in un hotel a buon mercato situato abbastanza in centro dove ci fermeremo 3 notti per poter gestire con calma il trasferimento sulla costa caraibica dove ci aspetta Ludwig con il suo Stahrlatte, il vascello sul quale caricheremo le moto e che mi porterà a Cartagena in Colombia. Daniele invece dopo aver caricato il suo GS rientrerà in Italia da Panamà.

5-6-7 ottobre Panama
Alloggiamo al Grand International Hotel (meno di 50$ la camera) con le moto nel parcheggio privato dove un ragazzo si presta a dare loro una ripulita per 5$. A proposito di "ripulita" ne approfittiamo anche per fare lavare le nostre tute he ne avevano un gran bisogno!
Non mi ero documentato più di tanto su Panama City che sapevo comunque essere una delle più moderne di tutto il Centroamerica.
Un po' per conto nostro e un po' con l'ausilio di tassisti occasionali cerchiamo di conoscere questa città moderna e cosmopolita. La Causeway de Amador, il Casco Antiguo (la città vecchia), Calidonia-Bella Vista, El Cangrejo, l'Obarrio, Marbella e l'Isla Framenco per non dimenticarci del Mercado de Marisco , un mercato del pesce vivacissimo e colorato dove appare evidente quanto l'oceano Pacifico sia ancora generoso da queste parti. All'interno del mercado poi c'è un ristorante alla buona sì, ma dove con 18$ si mangia una "langosta a la plancia" spettacolare!
Certo, anche questa è una città caotica, ma di un caos "ordinato" che si accetta facilmente; ed è anche una città sicura dal punto di vista della microcriminalità, diffusa invece altrove in Centroamerica.
Non possiamo poi non dedicare quasi una intera mattinata alla visita di "Miraflores" dove le omonime chiuse del Canale sono visibili da un complesso turistico (ingresso 15$) dalle cui terrazze è possibile osservare il passaggio di petroliere e portacontainer nelle chiuse che portano il nome appunto di "Miraflores". All'interno della struttura c'è un museo che percorre la storia del Canale ed una sala proiezioni dove si proiettano immagini del Canale dalla sua realizzazione ad oggi (è in fase di costruzione il raddoppio del canale). Una volta di più non si può non riflettere su quanto l'ngegno umano possa essere in grado di pensare e realizzare....e parliamo di un'opera inaugurata cent'anni fa!!
E' la sera poi che Panama City da il meglio di se (acquazzoni permettendo) con i suoi locali all'aperto, la musica tra i tavoli di bar e ristoranti e la sua spettacolare skyline fatta di grattacieli illuminati che si specchiano nel golfo.
Qui la presenza americana negli anni novanta (caduta di Noriega) ha avuto il suo peso e portato qui enormi capitali (era diventata un paradiso fiscale); ne sono la testimonianza le numerosissime banche presenti con i loro grattacieli; curioso il fatto che pur essendoci una moneta locale (il Balboa), è il $ la moneta corrente, anche per il fatto che il rapporto è 1-1.
Beh, tra le tante sorprese di questo viaggio Panama City occupa senz'altro un posto rilevante!
8 ottobre - Panama City-Carti km 110 lo STAHRLATTE
Lasciamo il nostro hotel di buon mattino in modo da evitare il solito traffico di città come questa; il Garmin ha le indicazioni per arrivare a Carti, un piccolo porto “turistico” situato sulla costa Caraibica di Panama ad Est di Colon, in una regione abitata da una numerosa comunità indigena, i Kuna Yala, cui è dovuta una sorta di tassa d’ingresso nel loro territorio (20$ la moto e 3$ il conducente).
Lungo la strada, fermi ad un “bar” incontriamo alcuni dei motociclisti che diretti allo Stahrlatte e con loro ci dirigiamo all’imbarco . Ad attenderci conosciamo Ludwig che con alcuni suoi collaboratori locali e non ci aiutano nelle operazioni di consegna delle moto; non assistiamo al loro carico sul veliero perché, a bordo di eccole imbarcazioni, ci dirigiamo su una delle tantissime isole di San Blas dove dormiremo questa notte. Saluto Daniele che invece viene riaccompagnato a Panama dove l’indomani ha il volo per l’Italia. In tutto sono 18 moto (il numero massimo possibile) e 24 passeggeri più naturalmente l’equipaggio. L’isola è un vero gioiello e l’hotel essenziale, ma carino; dormo con Neal (inglese di Mancester) e William (Californiano) , due simpatici ragazzi con i quali, nonostante il mio modesto inglese è facile familiarizzare. Ottima la cena!

9 ottobre
San Blas isles - prendiamo posto sullo Stahrlatte dove troviamo le nostre moto a bordo accuratamente legate e coperte; le cuccette sono essenziali ma accoglienti; unico problema la pressoché assenza o quasi di servizi igienici. L’assoluta assenza di vento ci obbliga a navigare a motore in un mare pressoché piatto ancorandoci per la notte tra quattro meravigliose isolette; l’acqua cristallina (almeno 26 gradi) è un invito a tuffarvicisi e lo facciamo tutti senza esitazione. La sera ceniamo sulla spiaggia di una di queste isolette dove è preparato un ottimo barbecue. Birra e Rhum per chiudere in bellezza e festeggiare Mathias (un tedesco che parla benissimo l’italiano) e che compie gli anni proprio oggi. A proposito: sono l’unico italiano a bordo e mio malgrado devo fare sfoggio del mio pessimo inglese . Decido di dormire fuori anche perché c’è un meraviglioso cielo stellato, il mare piatto ed un temperatura ideate, tanto che il sacco a pelo è quasi superfluo…peccato che verso le 4 si scatena un temporale che mi costringe a riparare di corsa in cuccetta!

10 ottobre - San Blas Isles
rimaniamo qui l’intera giornata ed una seconda notte; credo che questo sia dovuto al fatto che Ludwig debba in qualche modo tenere ottimi rapporti con la comunità locale portando qui i passeggeri della propria barca e quindi un po’ di “commercio”. Non è sbagliato e comunque è talmente piacevole questo posto che non è certamente un sacrificio starci un giorno in più.
Maschera pinne e a mollo per gran parte della giornata, il resto ad oziare sulla barca conoscendo meglio il resto dei compagni di questa originale “crociera”. In mattinata con il “tender” di servizio ci dirigiamo verso una minuscola isoletta (300 mq non di più) dove nuotiamo sul reef; dopo pochi minuti il tempo si guasta ed in un attimo il mare diventa paurosamente grosso; rientriamo velocemente sulla barca giusto giusto in tempo per evitare un acquazzone!
Ottima la cena preparata dai ragazzi dell’equipaggio: Lisa, Titin (il rasta) e Juan.
Questo angolo di mondo e questo mare cristallino ci regalano poi un’ultima emozione prima della notte: il raggio di luce di una torcia puntata sull’acqua attrae dapprima alcune bellissime razze maculate e poi una splendida tartaruga che nuota paciosamente sotto di noi!
Decido di dormine nella mia branda all’interno, un letto a castello confortevole con Neal che occupa il posto sopra di me …..e deve mettersi i tappi per non sentire il mio russare…

11 ottobre - navigazione
Sono le 5 di mattina quando Ludwig mette in moto lo Stahrlatte; si viaggia a motore, ma con la randa aperta per sfruttare quel poco di vento al traverso che c’è. Il mare è però tutt’altro che piatto, con onde lunghe che sono il peggio per chi soffre il mal di mare. E infatti sono diversi i compagni di viaggio che sono costantemente “affacciati” ai bordi della barca. A proposito dello Stahrlatte, è un vascello lungo 46 metri varato nel 1903…..e li dimostra tutti! E’ un due alberi dotato sia di vele ovviamente che di motore. Gli interni sono ovviamente spartani, ma comunque confortevoli.
La giornata trascorre lentamente senza che ci sia la possibilità di annoiarsi; è una bella giornata di sole con una temperatura ideale. nel pomeriggio Ludwig ferma per una decina di minuti la barca consentendoci di buttarci in mare per un bellissimo bagno. In tutta la giornata non abbiamo incrociato alcuna altra barca! Dopo la cena, ottima anche stasera, me ne sto per un paio d’ore sdraiato sul ponte ad ammirare un incredibile cielo stellato e nonostante il rumore ritmato dei motori l’atmosfera che respiro ha qualcosa di magico!

12 ottobre - arrivo a Cartagena
dopo 30 ore di navigazione ininterrotta sono le 9 quando lo Stahrlatte getta l’ancora nel golfo di Cartagena . Lasciamo le moto ancora a bordo che ritireremo domani e con lo stretto necessario per la notte troviamo un albergo che ci ospiti. Su consiglio di Ludwig io ed altri compagni di viaggio Willliam,Neal, i due Olandesi e la coppia svizzero/americana, ci sistemiamo all’Hotel Colonial; 31$ per la singola assolutamente perfetta. Faccio subito amicizia la proprietaria,la prosperosa e simpaticissima Sig.a Martha. Cartagena si rivela da subito una città piena di vita e bella nel suo centro storico tipicamente coloniale. Ho bisogno di un barbiere, non tanto per i capelli......quanto per una regolata alla barba ed evitare così al mio ritorno i soliti rimbrotti di mia moglie Ivana su questo tema; trovo il migliore della città: tale "Hitler" chiamato così per via del suo inconfondibile baffo. Il suo atelier è piuttosto "curioso" e la foto credo rendano sufficientemente l'idea di questa simpatica esperienza!

13 ottobre - Cartagena
Sveglia alle 6 e diretti alla banchina dove risaliamo a bordo dello Stahrlatte per seguire le fasi di scarico delle moto; il tutto avviene con un verricello a bordo che le solleva portandole a 6 alla volta su una sorta di “chiatta” (una barca con attaccata alla fiancata una piattaforma) che le porta a riva. Incredibile come tutto si svolga in modo semplice ed efficace, ma del resto Ludwig ed i suoi collaboratori operano ormai con l’esperienza maturata in decine di trasporti.
Nel pomeriggio, dopo aver ritirato i passaporti regolarmente timbrati, ci rechiamo alla “dogana” per ritirare il permesso di importazione temporanea della moto; il tutto in pochissimo tempo.
Io porto la moto a casa di Ludwig dove rimarrà sino a fine novembre quando riprenderò il viaggio; altrettanto il GS di Daniele di cui si occupa Tatin un simpaticissimo e bravo “rasta” Spagnolo componente dell’equipaggio dello Stahrlatte.

14 ottobre - Cartagena
I miei compagni di navigazione sono ormai quasi tutti ripartiti ed io decido di passare la giornata alla Playa Blanca, la spiaggia di Cartagena che si raggiunge in meno di un’ora di navigazione. Purtroppo la giornata non è granché, ma il mare è splendido e l’acqua caldissima. Chiudo il pomeriggio prima di risalire in barca con una bella pinacolada sdraiato sul mio lettino .

15 ottobre - Volo di rientro in Italia dove conoscerò finalmente Ludovico, il nipotino nato lo scorso agosto

11 novembre - Volo Italia-Cartagena
Avevo promesso ad Ivana che avremmo comunque condiviso una parte della mia avventura e non c'era occasione migliore di questa per poter pensare a qualcosa che avevo in testa da sempre: le GALAPAGOS! Passo prima dall'hotel dove avevo lasciato la mia roba e sistemare alcune cose prima di prendere un volo interno per Quito e da lì poi alle Galapagos. Ivana è comunque entusiasta anche della vivacità di Cartagena nonostante il caldo umido asfissiante.
Quito - Capitale dell'Ecuador e splendida città dove trascorriamo 2 notti, all'andata e al ritorno dalle Galapagos
Galapagos 14-21 novembre- beh, fantastico poter ammirare dal vivo ciò che prima avevamo visto in tanti documentari TV; qui Charles Darwin elaborò la sua teoria sulla evoluzione della specie animale divenuta uno dei pilastri della biologia moderna....sulla evoluzione della specie umana ci sarebbe invece molto su cui riflettere....ma questo è un altro discorso!
24-25-26-27 novembre Islas del Rosario (Isla del Pirata) - per concludere al meglio queste tre settimane insieme trascorriamo gli ultimi giorni sull'Isla del Pirata, una piccola isoletta dell'arcipelago del Rosario.

29 novembre
Cartagena-Medellin km 670
Si riparte , e da qui in poi in poi viaggerò da solo; un po’ mi dispiace, Daniele è stato un ottimo compago di viaggio, ma non sono preoccupato in fondo l’ho già fatto. E poi c’è quella buona dose di adrenalina che ti fa andare oltre ogni timore razionale. Tanto traffico lungo la strada anche se per lunghi tratti si viaggia a quattro corsie; arrivo a Medellin che è ormai buio e troco un hotel vicino alla concessionaria (BMW…con la mia vecchia Honda….) dove domani andrò per cambiare le gomme.

30 novembre
Portata la moto in officina e montate le stesse “Heidenau” che avevo da Vancouver (con oltre 15000km avevano ampiamente fatto la loro parte), vado in Piazza Botero, un vero e proprio museo all’aperto dove sono esposte 23 opere donate dall’artista alla sua città natale. Questa piazza è di fatto il cuore di questa città sino a pochi anni nota per essere al centro dei traffici di droga del Sud America (il famoso “cartello” di Medellin). Un tassista mi dice che il problema è tutt’altro che risolto, solo che i media non ne parlano più.

1-2 dicembre Medellin-Salento km 247
Salento è una graziosa cittadina coloniale a 2200m di quota famosa per la Valle de Cocora con le sue palme che raggiungono i 60 m di altezza. La regione del Quindio è anche importante per le piantagioni di caffè che rappresentano una risorsa fondamentale per l’economia di questo paese. La Colombia è il 2° produttore mondiale di caffè dopo il Vietnam; ne approfitto per dedicare una mezza giornata alla visita di una “cafetera” dove un ragazzo davvero in gamba illustra le varie fasi di coltivazione, raccolta e tostatura del caffè . Incontro un inglese che sta girando la Colombia in moto (Suzuki Wstrom); è di Liverpool tifosissimo dei “Reds”. Girando per le vie di questa cittadina mi fermo in un bar frequentato da accaniti giocatori di biliardo; bevo una birra cercando di capire quali siano le regole non essendoci né birilli né buche .

3 dicembre
Salento-Popayan kn 335
Popayan è una cittadina piuttosto anonima....dove però è visibile la presenza di qualche immigrato Italiano....!


4 dicembre
Popayan-Pasto km 248
Pasto - domani si lascia la Colombia e si passa in Ecuador

5-6 dicembre
Pasto-Otavalo kmn 232
OTAVALO (Ecuador) - Bellissima Otavalo con il suo animato e coloratissimo mercato ; dormo in un hostel (21$) gestito da una simpatica famiglia ubicato sulla collina che domina la città e dalla quale posso ammirare i vulcani che le fanno da cornice (Imbabura, Cotacachi e Mojanda, tutti ben oltre i 4000m). La sera ceno in un ristorante dove un gruppo suona e canta musica andina: bellissimo!

7 dicembre
Otavalo-Riobamba km 296


8 dicembre
Riobamba -Quenca km 247
Giornata impegnativa quella di oggi, con tratti di strada dove la nebbia era davvero fitta! Mi fermo in un paesino dove fuori dal locale che fa da alimentari, bar, farmacia e altro ancora, c’è appeso un maiale appena macellato…una foto è d’obbligo! Incontro anche Jakson, un Ecuadoreno che avevo conosciuto il giorno prima e che ha appena iniziato un viaggio che lo porterà in Brasile . Una settantina di km prima di Cuenca incrociamo Franklin, un amico di Rosario Sala che con il suo KTM mi è venuto incontro!
Bellissima Cuenca , città universitaria e patrimonio UNESCO. La sera sono a cena con Franklin, Jakson e un gruppo di amici soci del motoclub di cui Franklin e presidente. Un’ottima parilla per chiudere al meglio la giornata.

9 dicembre
Cuenca-Màncora (Perù) km 357
Sbrigate in meno di un’ora le pratiche doganali , riprendo la Panamericana costeggiando il Pacifico ed è una emozione vera! Màncora è uno "spot" ritenuto tra i migliori del Pacifico per gli appassionati del surf che arrivano qui da ogni parte del mondo.

10 dicembre
Màncora-Trujillo km 610
Perù - Panamericana - tra i canyon in direzione di Tumbes e attraversando il Desierto de Sechura

11 dicembre
Trujillo-Lima km 572
Prossimità di Lima: di tanto in tanto la catena della vecchia Africona ha bisogno di una “tiratina”. Sosta in una officina super specializzata e tutto sistemato in pochi minuti. Fattura: 7 sol = 1,89€. Certo il GS di questi problemi non ne avrebbe, ma fermarsi da questi meccanici è comunque un piacere!!
Oggi la Panamericana mi ha regalato a tratti il meglio di sé: dune di sabbia, spiagge infinite e l'oceano! e pazienza per il fortissimo vento che mi ha fatto compagnia per quasi tutti i 600km da Trujllo a Lima.
A Lima c'ero già stato e quindi decido di non entrare in questa metropoli evitando, per quanto possibile, il traffico caotico che la caratterizza. Dormo in un Motel proprio a lato della Panamericani, e questo mi agevolerà domattina quando lascerò la città.

12 dicembre
Lima-Chala km 615

13 dicembre
Chala-Arequipa km 412
Percorrere 200km da Chala a Camanà con la foschia delle prime ore del mattino e le onde del Pacifico che quasi ti sfiorano è qualcosa di impagabile . In realtà l'essenza di un viaggio non è mai la meta, ma è la strada stessa per ciò che ti regala ogni giorno, incontri, sapori, paesaggi, visioni!

14 dicembre
Arequipa (la Ciudad Blanca): Plaza de Armas, Monastero di Santa Catalina ,il Mirador de Yanahuara, il Museo Santury con la mummia Inca di Juanita senza dimenticare le prelibatezze locali quali il recoto relleno, il queso helado e il chupe de camaròn (provati tutti). Due giorni intensi in una città che merita assolutamente una visita.
Arequipa non era nei piani, ma la necessità di cambiare stella e catena alla moto (non era solo un problema di tensione), mi costringe a una sosta forzata. Bene così ....avrei perso quella che sembra davvero una perla.

15 dicembre
Arequipa-Moquegua km 224
Cambiato stella e catena (una odissea riuscire a trovarle) cambio olio e pastiglie freni posteriore. Saldato paracarena rotto. Ripartito da Arequipa alle 4pm e arrivato a Moquegua con il buio.


16 dicembre
Moquegua-Putre km 420
Cile!!!! Passata la frontiera (formalità sbrigate in meno di due ore) poco prima di Arica lascio la Panamericana per imboccare la “ruta del desierto in direzione Bolivia. Arrivato a Putre dove passerò la notte (medesimo albergo di 7 anni fa) mentre sto sistemando la moto un cane mi morde il polpaccio (nulla di grave, c'è lo stivale....) facendomi però perdere l'equilibrio; cado a terra con la moto e ci sarebbe solo da sorridere salvo poi constatare che la leva della frizione è irreparabilmente spezzata!... e qui non c'è neanche un distributore di benzina....figuriamoci un meccanico. Si torna ad Arica e vediamo di sistemare!! Dovrò a questo punto rinunciare alla Bolivia ed in particolare al Salar de Uyuni che non avevo visto bel 2010 quando avevo ammirato il Titicaca, le meravigliose lagune a 5000m, La Paz, ecc. Peccato, allo Uyuni ci tenevo!



17 dicembre
Putre-Arica-Iquique km 463
Recuperato un autista e pick-up sul quale caricare la "regina" ritorno ad Arica dal meccanico che Fernanda, la titolare dell'Hostel, ha contattato e che pare avere una leva della frizione adattabile in qualche modo alla mia moto. Il "meccanico" è in questo caso un tizio dotato di "scarso entusiasmo" che comunque mi sistema la leva per pochi $; recupero anche un fabbro che mi salda anche l'altro lato del paracarena che si era staccato nei giorni precedenti. Da Arica a Iquique sono più di 300 km nel nulla più assoluto; "desierto" come lo chiamano da queste parti e un caldo umido asfissiante; nessuna pompa di benzina poi.....e io non avendo rabboccato ad Arica rischio di rimanere a piedi. Ma una soluzione c'è sempre, e vuoi che non ci sia qualcuno da queste parti che non ne abbia qualche gallone da vendere..... . Anche ad Iquique c'ero già stato nel viaggio precedente; è una città balneare divenuta una meta di vacanza abituale per i cileni che se lo possono permettere con grandi alberghi, vita notturna, strade ben tenute ed un lungomare molto bello. Trovo un albergo economico abbastanza centrale e chiedo quale sia un ristorante dove possa apprezzare la cucina locale a base di pesce e mi segnalano il "Neptuno"; al di là delle difficoltà per trovare un taxi che mi ci portasse, l'indicazione si è rivelata perfetta. Un piatto (enorme) di quello che potremmo chiamare "tagliolini allo scoglio" semplicemente fantastico!

18 dicembre
Iquique-S.Pedro Atacama km 483
Ancora il Pacifico lungo la Panamericana da Iquique a Tocopilla; me lo ricordavo perfettamente questo tratto proprio per la sua bellezza e l'emozione di correre con la tua moto per 200 km avendo al tuo fianco le onde sonnolenti dell'Oceano pacifico ti regala una sensazione di appagamento difficile da tradurre in parole . Peccato che, come avevo già capito, la leva montata ad Arica lavori male e tenga la frizione costantemente in tensione; non va bene! A Tocopilla cerco un meccanico un pochino più volenteroso di quello di Arica e lo trovo in una autofficina dove Pedro, appassionato di moto, mi adatta un filetto che mi consente di regolare in modo definitivo e funzionale la frizione. Non vuole un solo $ e sono io che insisto perché ne accetti un biglietto da 10$! Lascio la Panamericana e mi dirigo verso San Pedro di Atacama; stessa strada già fatta nel 2010 in senso opposto
San Pedro de Atacama dopo 5 anni di nuovo qui, e lo spettacolo è di nuovo magnifico come allora!
Rispetto al 2010 molti più turisti, soprattutto giovani "zaino in spalla" che vengono qui da ogni angolo del mondo per ammirarne le bellezze: il vulcano Licancabur dalla inconfondibile forma perfettamente conica e le spettacolari lagune appena oltre il confine con la Bolivia delle quali conservo bellissime immagini scattate allora.
In uno dei tanti ristoranti aperti incontro Marco e Antonio, due Italiani che stanno percorrendo queste strade con due KTM noleggiate a Santiago; ceno piacevolmente con loro parlando ovviamente di viaggi e nuovi progetti.

19 dicembre
San Pedro de Atacama a Salta (Argentina-foto) km 520
Lascio San Pedro de Atacama riprendendo la strada che salendo il passo de Jama mi porterà in Argentina. La carburazione della moto non è a posto ed il motore rantola paurosamente e non prende giri.sono preoccupato! Incredibilmente salendo ancora ben oltre i 4000 m tutto ritorna normale e la "Regina" torna a girare che è un piacere. La natura anche qui ha dato il meglio di se con paesaggi magnifici e gruppi di lama che osservano incuriositi il mio passaggio . Incrocio qualche camion e pochissime auto; vorrei fermarmi in continuazione a scattare foto, ma così non arriverei mai a Salta! E poi, come dico sempre, le foto più belle sono quelle non scattate, ma conservate nell'hard disk della tua memoria. Sbrigate velocemente le formalità doganali , arrivo a Salta, bellissima città coloniale conosciuta anche per la sua straordinaria Cattedrale .
....non mi sembra vero, ma ho già superato i 28.000 km!

20 dicembre
Salta-Chilecito km 654
La mitica Ruta40 Argentina (ormai quasi tutta asfaltata) da Salta a Mendoza. Con l'Africa ci siamo chiariti dopo i problemi di questi giorni e mi ha garantito che non solo mi porterà a Ushuaia, ma se voglio anche indietro in Alaska! Io non ho dubbi! Già, perché con la propria moto in certe situazioni sia parla davvero ....e chi condivide questa passione lo sa bene! Dalle parti di Tafi del Valle incrocio un ragazzo e una ragazza Italiani (mi pare di Mantova) che con le loro biciclette stanno percorrendo la 40; li ammiro perché pedalare in certe condizioni non è certo una passeggiata. Parliamo un poco e una foto di rito è d'obbligo.Buona strada ragazzi! Chilecito è una cittadina piuttosto anonima conosciuta più che altro per il suo "Mirador Portozuelo" e la sua imponente statua del Cristo Trovo alloggio in un modestissimo hotel affacciato sulla piazza principale; cena a base di un delizioso"lomo alla plancia"

21 dicembre
Chilecito-Mendoza km 670
Ancora Ruta 40 lungo la quale incontro una coppia di Inglesi partiti da Buenos Aires e diretti ad Ushuaia anche loro con una bellissima Africa Twin di una versione però molto più recente della mia.

22 dicembre
Mendoza (Aconcagua) -Santiago km 374
Oggi mi aspetta l'Aconcagua; il passo è a 3600m sulle pendici di questa che è la più alta montagna della Cordigliera delle Ande con i suoi 6962m. Prima che fosse realizzata l'attuale galleria la strada saliva ancora per poi ridiscendere in territorio Cileno; avrei voluto fare quella, ma mi pare di capire che non venga più mantenuta ed oggi è chiusa al traffico. Oltre i 3000m la forza del vento particolarmente gelido si fa più intensa , ma la giornata mi regala una delle immagini che rimarrà tra le più belle di questo viaggio. Sì, perché improvvisamente un magnifico condor appare sopra di me per pochi secondi che mi sono sembrati minuti interminabili; ovviamente immagino che fosse semplicemente in giro a caccia di qualche carcassa di cui cibarsi, ma a me piace pensare che volesse dirmi "tranquillo, qui ci sono io a proteggere il tuo cammino". Una delle tante foto non scattate, ma impresse nella mia memoria. Oggi di nuovo in Cile,

23 dicembre Santiago del Cile
Giornata dedicata ala visita di questa città, solo fugacemente conosciuta 6 anni fa (Transandino da Santiago a Lima). Plaza des Armas con la sua Cattedrale e quei tanti tavoli all'aperto sui quali si confrontano accaniti giocatori di scacchi , il Mercado Central , la Plaza della Moneda con l'omonimo palazzo sede del governo (qui l'11 sett. 1973 morì Salvador Allende per mano degli uomini di Pinochet) il Barrio Bellavista e il Cerro San Cristobal con l'imponente statua della Vergin della Immacolata Concepciòn .

24 dicembre
Santiago -Salto del Laja km 480
L'Autopista Central Panamericana che da Santiago scende verso Sud non offre nulla di particolarmente interessante; decido così di fare una piccola deviazione e fermarmi per la notte al "Saldo del Laja" ; quattro cascate disposte a forma di ferro di cavallo alte una quarantina di metri meta di un turismo prevalentemente locale. Dormo in un favoloso bungalow affacciato alle cascate; fantastico!

25 Salto del Laja- Puerto Montt km 554
Patagonia! Sì, perché Puerto Montt rappresenta di fatto l'ingresso nella regione Patagonica Cilena; la città, sovrastata del vulcano Osorno , non è granché anche se la passeggiata sul lungomare è comunque piacevole .
È Natale anche qui....con un pizzico di malinconia così lontano da casa! Oggi ho conosciuto Denis e Stefania una coppia di Udine che accompagnerà per Mototouring un gruppo di motociclisti italiani da qui a Ushuaia. Sono due belle persone e chiacchieriamo piacevolmente di viaggi e non solo; ceniamo insieme e questo mi fa sentire meno solo oggi che è Natale ed un piccolo di nostalgia è inevitabile.

26 dicembre Puerto Montt

27 Puerto Montt-Castro km 174
Una settantina di km prima di pendere un traghetto che in meno di un'ora mi porta sull'isola di Chiloè di cui avevo sentito parlare un gran bene. Un centinaio di km abbastanza noiosi per raggiungere infine Castro, una cittadina in passato abitata unicamente da pescatori ed oggi divenuta un centro di interesse turistico, ancora limitato, ma in fase di sviluppo. Caratteristica di questo villaggio sono le palafitte , vere e proprie abitazioni, tutte ancora abitate, disposte lungo la baia; un giro in barca per osservare il tutto dal mare è d'obbligo! Rigorosamente in legno anche la cattedrale, patrimonio UNESCO . Dormo per pochissimi $ in un B&B affacciato sul mare del quale sono l'unico ospite; fantastico!!

28 dicembre Castro –Pumillahue-Puerto Montt-Chaiten km 430
sulla Ruta 7 - la mitica Carretera Austral e qui il pilota (....scarso) e mezzo sono messi alla prova, km e km di sterrato....e polvere !
Tre traghetti oggi: il primo per lasciare l'isola di Chiloè, il secondo da Caleta la Arena a Puelche e il terzo (2h e mezza) da Hornopiren a Caleta Gonzalo . Su quest'ultimo conosco Ralph un Cileno di origine tedesca che sta viaggiano con l'amico Juan a bordo di un Fuoristrada attrezzatissimo (tipo Overland); anche lui è appassionatissimo di moto e chiacchierare con lui è stato un piacere. Lo sterrato da Caleta Gonzalo a Chaiten non è particolarmente difficile, ma la pioggia lo rende a tratti scivoloso e richiede grande attenzione; avrei voluto raggiungere La Junta, ma proprio per questo decido di fermarmi a Chaiten.

29 dicembre
Chaiten- Coihaique km 412
pioggia , ghiaia e fango giornata impegnativa con tanto sterrato.....ma questa è la Carretera Austra l!!
Le montagne cominciano a mostrare i primi ghiacciai perenni e di tanto in tanto qualche osservo qualche lama che mi guarda incuriosito; a differenza dei guanachi che non appena sentono il rumore della moto fuggono impauriti e talvolta attraversando improvvisamente e pericolosamente la strada, i lama restano immobili per nulla infastiditi dalla mia presenza

30 dicembre
Coihaique – Puerto Rio Tranquillo km 271
Proseguo sulla Carreterra Austral sino a raggiungere il Lago General Carrera il più grande di Cile e Argentina e secondo di tutto il Sud America dopo il Titicaca costeggiando la prima parte sino a Rio Tranquillo che ricordo benissimo essendomi già fermato nel 2008. Non posso non constatare che rispetto ad allora il turismo si sia notevolmente sviluppato....e un po' del suo fascino questo angolo di mondo l'ha inevitabilmente perso. Dedico il pomeriggio a prendere una barca che mi porta con una coppia di spagnoli a vedere le "Marble Caves" formazioni rocciose e grotte dalle forme e dai colori davvero belle .

31 dicembre
Puerto Rio Tranquillo-Chile Chico - todo bien! Km 168
Ricordavo perfettamente questi 168 km avendomi incantato sette anni fa, e non ne rimango deluso! me li godo sino in fondo viaggiando lentamente su questo sterrato polveroso fermandomi in continuazione a scattare foto .
A Chile Chico dormo in un modesto B&B dove conosco Adam, un motociclista Polacco che vive a Londra da 15 anni dove fa il fotografo professionista; viaggia con una Honda Transalp noleggiata a Santiago del Cile; è un ragazzo simpatico con il quale non è difficile stringere amicizia. Mi spiace non cenare con lui, ma oggi è arrivato qui anche il gruppo di Mototouring e mi aggiungo a loro brindando al nuovo anno.

1 gennaio
Chile Chico-El Chalten – km 672
Si rientra in Argentina (il border è a pochi km da Chile Chico) dove riprendo la Ruta 40 che in questo tratto ricordavo particolarmente difficile con profondissimi solchi nella ghiaia; oggi è quasi totalmente asfaltata e anche l'unico centro abitato (si fa per dire... bar, albergo e pompa di benzina) di Bajo Caracoles dove avevo pernottato, ha perso il fascino di allora . Proseguo sino a El Chalten e dormo in uno splendido albergo proprio di fronte alla famosa Chocolateria dove c'è anche un gruppo di italiani in tour con "Avventurenelmondo" .....per niente interessati alla mia moto ed al mio viaggio, pazienza! E' curioso come gli italiani che viaggiano in gruppi organizzati tendano a chiudersi in se stessi privandosi così della possibilità di conoscere altra gente ed entrare soprattutto meglio nel contesto dei luoghi che si visitano; questo è probabilmente dovuto ad un altro nostro limite che è la diffusa non conoscenza di altre lingue e dell'inglese in particolare. Faccio invece amicizia con un tedesco ed un inglese con il quale mi misuro, tra una birra e l'altra, in una non commentabile gara di freccette!

2 gennaio
El Chalten - camminata di 5h per raggiungere Laguna Torre e fotografare il Cerro, ma ieri "l'Urlo di Pietra" si è negato (..mi andò meglio nel 2008 !). Questa mattina invece cielo terso per un paio d'ore e il Fitz Roy è apparso alle spalle del mio albergo.

3 gennaio
EL Chalten
Escursione in barca sul Lago Viedma e trekking sul ghiacciaio più selvaggio e 3 volte più esteso del Perito Moreno, ma con un fronte meno imponente .
Durante la camminata una guida, dopo averci fornito di adeguati ramponi, ci illustra le origini e lo stato di questo imponente ghiacciaio che, come tutti gli altri (tranne due) della Patagonia stanno progressivamente regredendo. Riesco anche a fotografare, seppur da lontano, un condor che volteggia in cerca di qualche preda .

4 gennaio
El Chalten- El Calafate km 220
Di nuovo qui dopo 7 anni! Immutato il ghiacciaio , ma molto cambiato il contesto per effetto di un turismo ormai pressoché di massa, Allora non c'erano le passerelle che consentono ai visitatori di ammirare questo spettacolo della natura da vari diversi punti di osservazione e ricordo che si arrivava in moto (o in auto) direttamente sul primo "mirador"; oggi occorre fermarsi ad un grande parcheggio e raggiungere le passerelle con un servizio gratuito di navette. Lo spettacolo è comunque assicurato e in fondo è giusto che di questi prodigi della natura ne beneficino tutti ! Incontro un gruppo di motociclisti italiani con moto a noleggio partiti da Santiago per raggiungere Ushuaia in tre settimane e mi fermo a chiacchierare piacevolmente con loro. Dormo in un ottimo albergo nel centro del Calafate e ceno in uno dei tantissimi ristoranti (tantissimi anche i negozi di artigianato locale e souvenir) che proponeva una sorta di risotto ai funghi buonissimo; buonissimo anche il vino...ma del resto sia Cile che Argentina sono in questo senso ottimi produttori, soprattutto per i "rossi".

5 gennaio
El calafate-Puerto Natales km 277
Potrei fare tutto asfalto dirigendomi verso Esperanza e poi prendere ad dx in direzione di Estancia Tapi Aike, ma decido di fare i 70km di sterrato sulla vecchia 40 accorciando notevolmente il percorso; purtroppo lo sterrato non è bellissimo, ma il paesaggio merita e sono contento della scelta fatta . Incrocio solamente un pick.up e il solito ciclista temerario. Ritornato sull'asfalto che mi porterà a Puerto Natales il vento rafforza e le raffiche sono violentissime; occorre molta concentrazione, ma fila tutto liscio e arrivo a Puerto Natales dove alloggio alla Acqua Tierra, lo stesso b&b dove ero stato la volta precedente. Prima di cena vado in una delle agenzie che organizzano le varie escursioni in barca sul fiordo Ultima Esperanza prenotandomi per l'indomani.

6 gennaio
Puerto Natales
fiordo "Ultima Esperanza" - le montagne del Torres del Paine e i Glaciar Balmaceda e Serrano; freddo e vento, tanto vento!

7 gennaio
Puerto Natales-Punta Arenas km 250
Il percorso, su strada completamente asfaltata, è piuttosto noioso, ma il paesaggio tutt'intorno è comunque spettacolare. Incontro un ciclista che arriva dalla direzione opposta che mi fa ceno di fermarmi; si chiama Juan ed è uno spagnolo (di Barcellona) partito da Ushuaia e diretto a La Paz. Chiacchieriamo un po' cercando di chiarire un dubbio: chi sia il più "loco" dei due! Io non ho dubbi; pedalare su queste strade, spesso sterrate e con pendenze a volte più che impegnative, carichi e con il vento che da queste parti non da tregua è davvero da fuori di testa!
Arrivato a Punta Arenas mi fermo al porto per fare il biglietto del traghetto che l'indomani mi porterà sulla "Tierra del Fuego" ; lascio ahimè le chiavi nel quadro con le luci accese....e quando riavvio la moto questa ovviamente non parte come già accaduto negli USA a Ferndale. Mi affido alle braccia di un ragazzetto che con una spinta vigorosa mi consente di rianimare la Regina e ripartire alla volta dell'Hotel Patagonia modesto...ma a buon prezzo. Ceno al ristorante "La Luna" un caratteristico locale retrò dall'atmosfera "vissuta" dove mangio un ottimo merluzzo accompagnato ovviamente da una "copa de vino tinto"!


E domani TIERRA DEL FUEGO!!!

8 gennaio
Punta Arenas-Purvenir-Ushuaia km 452
All'imbarco per il traghetto che attraversando lo Stretto di Magellano mi porterà sulla Terra del Fuoco, conosco Luiz, un Brasiliano che con la sua Triumph Tiger sta viaggiando per il Sud America diretto ovviamente a Ushuaia. Oggi viaggeremo insieme anche perché i primi 170 km saranno sterrati e preoccupano Luiz il quale dice di non essere particolarmente a proprio agio sul "rubio" (strada non asfaltata). In realtà la strada è complessivamente buona e viaggiamo a 80/90 kmh divertendoci non poco; Luiz è entusiasta! Superata Rio Grande accade qualcosa di incredibile: faccio 34000 km e resto a piedi a 130km dalla meta! sono le 17 quando perdo la catena e sono irrimediabilmente a piedi; pensare di recuperarne una che mi vada bene da queste parti è pura fantasia! Luiz è l'ottimismo fatto persona e decide di tornare a Rio Grante (80km a ritroso) dove una soluzione, dice lui, la troverà sicuramente. Dopo 4 ore fermo ai bordi di questa strada dove passa un'auto ogni morte di Papa arriva una carro attrezzi al quale faccio segno di fermarsi; sta andando a recuperare un'auto e chiedo all'autista di portarmi al villaggio avanti 30 km dove c'è un distributore di benzina. Nemmeno il tempo di scaricare la moto ed ecco arrivare Luiz che incredibilmente h recuperato una catena perfettamente adattabile alla mia moto!!!! La montiamo in pochi minuti e ripartiamo alla volta di Ushuaia dove arriviamo a mezzanotte; non mangiamo dal mattino e troviamo un ristorante aperto. Troviamo anche un hostel...sono le 2 di notte!!!
USHUAIA!!!!!? Difficile gestire l'emozione in momenti come questo, ma fortunatamente c'è il casco a nascondere gli occhi lucidi e probabilmente qualcosa di più.
L'indomani conosco finalmente Massimilano (.....lo spostato su due ruote) con il quale ero in contatto ed avremmo dovuto incociarci da qualche parte sulla 40, ma la sua Africa Twin gemella della mia è ancora in riparazione e suo malgrado è costretto a rimanere bloccato qui in attesa dei ricambi. Massimiliano è in giro da 4 anni e nonostante mi chiami "zio" (glielo concedo...ha l'età di mio figlio...) conoscerlo e parlare con lui è stato bello! Buona strada Massimiliano e "que te vada bien amigo" !!!!
Resta un ultimo dubbio: tagliare o meno la barba che nel frattempo è parecchio cresciuta? Un sondaggio su FB ha fornito indicazioni contrastanti, ma a questo punto non posso non assecondare la richiesta di Ivana che messo così non mi rivuole a casa!

9-10 gennaio Ushuaia
"FROM ALASKA TO USHUAIA" ... e non mi sembra ancora vero!
Con la foto di rito a Bahia Lapataia si chiude questa avventura. Nessuna impresa, nulla di straordinario, altri l'hanno fatto prima di me e altri ancora lo faranno. Vivo semplicemente le mie passioni, rincorrendo i miei sogni.
Non viaggio per contare i km fatti alla fine, il viaggio più bello può essere quello di un week-end sulle strade di casa. Come dico sempre il valore di un viaggio sta in ciò che la strada di regala ogni giorno, incontri, emozioni, visioni! 
Ringrazio Daniele Vardanega grande compagno di viaggio e amico con cui ho condiviso la prima parte di questa storia, ringrazio tutti voi che mi avete seguito facendo in modo che non mi sentissi mai veramente solo, e ringrazio soprattutto chi mi sopporta da 36 anni e che quando non può viaggiare con me sa aspettarmi pazientemente a casa!

visioni di viaggio - 2014
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