IN MOTO E NON SOLO

La mia passione per i viaggi in moto parte da molto lontano e nasce dai racconti di Silvano ed in particolare della sua avventura in Turchia con una Lambretta 125cc con la quale avrebbe voluto raggiungere l'India; come non rimanerne affascinato! Parlo della fine degli anni '60 ed il Bar Juba era il nostro luogo d'incontro ideale; lì si discuteva di politica, di sport e di donne, si giocava a scopa o tresette, si facevano progetti... e si cresceva perchè in fondo il bar di allora era anche un pò una scuola di vita. Silvano, amico carissimo e straordinaria persona, era di quel Bar Juba uno dei protagonisti assoluti. Fu proprio con una Lambretta (una 150 DL bianca) che nel '70 partimmo io e Maurizio (guida alpina e mitico "capanatt" ovvero rifugista) alla scoperta dei Passi Dolomitici: Aprica, Tonale, Portoi, Falzarego, Campolongo, Sella,ecc. e poi giù sino a Rimini e ritorno. Di quella avventura ricordo l'incontro con un francese in sella ad una Jawa 350cc che ci raccontava della sua esperienza in Vietnam dove aveva combattuto (si era nel pieno di quella guerra assurda) e da cui era appena rientrato; ce ne parlava attorno al fuoco in un campeggio se non ricordo male dalle parti di Venezia. Uno dei tanti incontri straordinari che sono diventati parte dei miei viaggi.

Il mio primo viaggio importante, quello che in qualche modo ha segnato il mio cammino di modesto viaggiatore risale al 1977: Marocco con una kawasaki Z650 ed un carissimo amico, Brunello, come passeggero. Non c'erano cellulari (a malapena qualche telefono fisso), non c'era internet e tantomeno GPS, solo qualche cartina sgualcita, pochi soldi, tanto entusiasmo, un pizzico di incoscienza e soprattutto allora come oggi tanta voglia di "conoscere". Quando parlo dei miei viaggi mi sento chiedere spesso se non abbia paura nell'andare in Paesi così lontani o comunque così diversi dal nostro per cultura, storia, tradizioni, natura, ecc... E poi in moto, magari da solo, con mia moglie e spesso senza nessun tipo di supporto. Molto più di allora la nostra conoscenza è dettata dai media, televisione, internet, giornali, ecc.; vediamo dunque non con i nostri occhi, ma attraverso quelli di altri... ed abbiamo la presunzione di capire. No, per capire occorre conoscere, vedere e toccare con mano realtà e fatti spesso travisati o comunque non sempre riportati correttamente. Siamo vittime dei nostri pregiudizi nei confronti di chi è diverso da noi per cultura, storia, religione o colore della pelle e questo non porta ad altro che radicalizzare pericolosamente il confronto. Il viaggio ed in fondo la strada rappresentano per me proprio questo, lo strumento per conoscere e poter capire.

visioni di viaggio - 2014
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